In merito all’articolo apparso oggi – giovedì 4 luglio 2024 – sul quotidiano da Lei diretto, dal titolo “Mentre la Procura locale indaga, il Comune punisce il comandante dei Vigili urbani”, a firma di Peppe Rinaldi, ancora una volta sono costretto a chiederLe di intervenire con la pubblicazione della seguente precisazione. Come lo stesso giornalista scrive, sui fatti relativi ai due centri commerciali citati sono in corso accurate indagini della Procura a cui gli Uffici forniscono e forniranno tutta la documentazione richiesta. Quindi nessun occultamento, “né scomparsa di carte” Si tratta peraltro di concessioni risalenti al passato e non all’attuale Amministrazione né all’attuale composizione degli uffici tecnici. Quanto poi al provvedimento a carico del Comandante della Polizia Municipale questi è stato oggetto di una denuncia da parte del sindacato dei dipendenti per l’installazione delle telecamere negli uffici del comando. Nessuna punizione da parte del Comune, né dell’Amministrazione che non ha, invero, neanche i poteri per avviare procedimenti disciplinari senza l’intervento del segretario comunale, garante della legittimità e della legalità degli atti prodotti da funzionari e dipendenti. Questo Sindaco, vorrei non doverlo sottolineare, è sempre stato, anche per professione, garante della legalità e mai avrebbe contestato atti svolti in tale solco quali controlli legittimi. Se errori, leggerezze, o peggio, reati vi sono stati, e a stabilirlo sarà l’autorità giudiziaria, i responsabili ne patiranno le conseguenze legali. Cordialmente, Il Sindaco Avv. Mario Conte
LA RISPOSTA Egregio sindaco, nel ringraziarLa per il consueto garbo col quale replica, proverò a procedere per punti di uno schema. Dunque: 1) Ho scritto che ci sono due indagini della procura su due centri commerciali, che Lei definisce “accurate” autorizzandomi, pertanto, a pensare che disponga di elementi e informazioni in più di quanti ne abbia potuto io stesso, il che è un bene, in astratto. 2) Sulla sollecitudine degli uffici nel riscontrare le varie istanze, be’, io su questo sarei più cauto, dal momento che le cose – e la storia, antica e recente, del settore specifico – hanno tratti e direzioni complicate, molto complicate. Al netto della Sua comprensibile necessità di lasciar scritta, a futura memoria, una traccia che La distanzi da certi ambiti, non sarei così sicuro che non ci siano problemi sui temi sollevati dall’articolo, lo vedremo. 3) “Occultamento e scomparsa di carte”, Lei dice, citandomi e confutando l’ipotesi: non so come Lei faccia a sostenerlo, forse già conosce l’esito degli approfondimenti investigativi che, se ho ben inteso dal lavoro svolto sui diversi casi, sono diretti, tra le altre cose, proprio a verificare se gli ipotetici 100 documenti ipoteticamente consegnati/consegnandi all’autorità giudiziaria, dovevano invece essere 101 e perché. 4) E’ vero che i problemi nascerebbero dal passato, è stato sempre scritto peraltro, così come è stato scritto che ci sono accostamenti che travalicano la continuità amministrativa, saldando piccole e grandi relazioni politiche e personali tra il prima e l’ora, dinamiche e interessi, alti e bassi, non vedo molti margini che La possano autorizzare a sentirsi assolutamente certo che nelle vicende de quo non abbiano giocato logiche attuali, non solo passate. Nulla è certo, ovvio, ma i giornali (e i sindaci) servono anche per capire cosa si muova nel mondo. 5) Quanto alla vicenda Dura, non mi attarderei sulle rogne tra sindacalisti se no non ne usciamo più. Ma mi pare chiaro che lei abbia un gigantesco problema di gestione, politica direi, e che ancora non abbia potuto o saputo risolvere: la totale idiosincrasia tra un pezzo della giunta e il vertice della Polizia urbana, con effetti devastanti sulla vivibilità della città oltre che sull’efficacia della Sua azione. Verrebbe da chiedersi se non vi sia un punto, almeno un puntino, di contatto tra questa condizione e i casi oggetto delle inchieste. 5) Infine, facciamo un gioco: se Lei fosse di professione un giornalista e chiedesse al Suo Comune nei modi e nelle forme previste dalla legge, la documentazione ufficiale relativa a una «pista di casi» che fonti qualificate Le avevano segnalato essere appetibili ma l’ente fa scorrere i mesi, molti mesi violando, peraltro, la legge (quella penale) senza darLe riscontro, impedendole così di approvvigionarsi del materiale di lavoro, salvo tardivi quanto disperati segnali di un dipendente comunale, comunque inefficaci, e se poi su quegli stessi casi oggetto delle istanze negate Lei vedesse che, dopo averne in qualche misura scritto, quelle ipotesi iniziano a prendere forma, perfino col timbro di un tribunale, Lei cosa avrebbe pensato o scritto? Ecco, è esattamente ciò che è successo nella vicenda che «qui e ora» (cit.) ci occupa: il giornalista ero io, il sindaco è Lei. Fine del gioco. Altrettanto cordialmente (pierre)