Di Olga Chieffi
Il settimino di Ludwig van Beethoven per fiati ed archi in mi bemolle maggiore, op. 20 nella trascrizione per flauto, violino, violoncello e pianoforte di Johann Nepomuk Hummel e il Quartetto in Sol Maggiore di Wilhelm Kempff, saranno gli ultimi due autori, eseguiti nel Salotto di Nevile Reid, una rassegna che ci ha accompagnato per mano sino alla vigilia della LXXII edizione del Ravello Festival, che verrà inaugurato il 30 giugno da Roberto Bolle. Questa mattina, nell’Auditorium di Villa Rufolo, alle ore 11,30, sarà di scena il Quartetto Raro, che schiera Ginevra Petrucci al flauto Lorenzo Fabiani al violino, Adriano Ancarani al violoncello e Giovanni Auletta al pianoforte. Il programma principierà con questa particolare trascrizione del Settimino op.20 di Ludwig van Beethoven. Quest’opera venne composto da Beethoven tra il 1799 ed il 1800, e pubblicata nel 1802 con una dedica all’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Il lavoro appartiene a un prematuro Beethoven, composto alla fine del Settecento, cioè negli anni di noviziato del musicista. In quel periodo, a Vienna, il giovane Ludwig si era sbizzarrito sulle più diverse combinazioni e mescolanze strumentali componendo molte opere per ensemble che vanno dal duetto all’ottetto. L’atmosfera del Settimino è quella già mozartiana e tutta settecentesca di Serenate, Notturni, Divertimenti; le motivazioni nascono da una Vienna che si diletta di “far musica” e specialmente musica per fiati, considerata di ottimo intrattenimento e di piacevole passatempo negli ambienti nobili e di censo elevato della capitale imperiale. Fu eseguito in forma privata a Palazzo Schwarzenberg in un concerto del 2 aprile 1800, con un clamoroso successo. Successo che si mantenne sempre tale e che collocò il lavoro fra le più amate opere di Beethoven. A completare il programma il Quartetto in Sol Maggiore di Kempff noto come uno dei più grandi pianisti del secolo breve, di cui però si ignora quasi totalmente l’attività compositiva. Eppure, questa non fu assolutamente marginale nella sua vita, vista la quantità di lavori che ci ha lasciato. Il Quartetto Raro proporrà il suo Quartetto in sol maggiore Op. 15, in quattro movimenti. Musica del Novecento, tonale che, secondo i momenti, evocante la scrittura raveliana, oppure far pensare a cert’altra musica d’atmosfera da film, in parte, a nostro avviso, per via dell’impiego affascinante che Kempff fa del flauto. Un lavoro di non facile tessitura che obbligherà i quattro strumentisti a rendere al meglio tutte le gamme di sonorità, passando dai pianissimo come in alcuni passi del secondo movimento, Adagio con Melancolia, alle più imponenti masse sonore di altri passaggi.