Sembra una partita a tennis quella che si sta giocando a Castellabate. Sul campo in terra rossa, però, non ci sono Sinner e Medvedev e in palio non c’è uno slam o la Coppa Davis.
La palla viene rimbalzata tra la maggioranza e l’opposizione, una batte e l’altra riceve, una attacca e l’altra controbatte, una va a rete e l’altra risponde. La partita va avanti da tempo, giusto dirlo, gli scambi sono infiniti ma a cadenza regolare nella cronaca dell’incontro si aggiunge un nuovo capitolo che diventa sempre più avvincente di quello che lo precede. Quello più recente prende le mosse dalla decisione del Consiglio di Stato che mette fine all’annosa vicenda dell’acquisizione da parte del comune di Castellabate del centro Elios al capoluogo. In particolare, per il Consiglio di Stato il Comune ha agito “secondo una modalità di azione non prevista e quindi non consentita”.
La minoranza, composta da Domenico Di Luccia e Catina Tortora per il gruppo “Castellabate al Cento” e da Luisa Maiuri e Costabile Nicoletti per “Castellabate nel Cuore”, accusa il comune di sperpero di danaro pubblico: «Con circa 32mila euro già persi tra spese legali e giudiziarie, solo la difesa in giudizio affidata ad un legale esterno ci è costata 26528 euro, per non parlare del mutuo contratto con la Cassa Depositi e Prestiti di oltre un milione e mezzo».
L’opposizione va giù duro: «Ormai è evidente, questa non è questione di cattiva sorte o di gufi porta sfortuna (come qualcuno si ostina a ripetere!), questa è questione di approssimazione, dilettantismo, incompetenza! Gentili amministratori – l’attacco – prima che sia troppo tardi, per amore e per dignità vostra e di Castellabate, rassegnate le vostre dimissioni. Alle feste e agli aquiloni volanti ci pensano già egregiamente le associazioni del territorio».
Ma la maggioranza non sta a guardare e in modo molto piccato, risponde attraverso il vicesindaco Luigi Maurano, sempre pronto ad intervenire: «Sentiamo sempre parlare di “competenza amministrativa” da chi ne ha combinato di tutti i colori. Citiamo solo alcune azioni politiche di questi consiglieri di minoranza – dice – mancate costituzioni in giudizio che sono costate 2 milioni di euro ai cittadini, perdita di fondi per mancata candidatura di progetti, perdita del ruolo di Comune Capofila del Piano di Zona, affidamento della gestione dell’acqua alla Consac, aumento della tassa sui rifiuti, sequestro marciapiede di Ogliastro, mancato pagamento dei contributi agli operai, il disastro dell’erosione costiera alla spiaggia di Marina Piccola. E quante altre ne potremmo elencare. È davvero grave che dei Consiglieri Comunali esultino perché un bene pubblico così importante per lo sviluppo futuro di tutto il territorio ritorni a essere abbandonato, privato, chiuso»
«Alla sentenza del Tar che dava ragione al comune – aggiunge – i consiglieri sono stati muti, ma oggi che succede il contrario sono prodighi di dichiarazioni, gonfiano il petto, gioiscono intimamente. Contro l’interesse pubblico, a favore degli interessi privati». Nel merito: «Un giudice del Consiglio di Stato ha modificato il tenore letterale della normativa. Cosa che invece compete ad altri Organi Istituzionali. È palese che le sentenze sono interpretazioni della legge. E le interpretazioni vengono fatte dagli uomini. E gli uomini possono sbagliare – conclude – Siamo, quindi, convinti che il bene pubblico alla fine trionferà, perché gli aquiloni si alzano con il vento contrario, mai con quello a favore». La partita continua.