Rutino, torna il Volo dell'Angelo - Le Cronache Attualità

Un’intera comunità in festa, tutti uniti per omaggiare il santo patrono. Sono tante le tradizioni che ogni anno si rinnovano nei vari centri del Cilento dove ancora sono forti e sentite, nonostante il trascorrere del tempo che porta ad una sempre più costante diminuzione della popolazione residente e di conseguenza di giovani e giovanissimi. I preparativi per i festeggiamenti di domenica, ed in particolare per la rappresentazione del Volo dell’Angelo, sono cominciati da tempo e mercoledì c’è stato il punto più alto di essi. Per impersonare l’angelo, è stata scelta la 12enne Melissa Anna Matarazzo. Piccola novità, dopo la scelta dello scorso anno, è che ad interpretare il messo divino sarà una bambina: è la seconda volta nella lunghissima storia della manifestazione.

La rappresentazione

È una recita, in fondo, ma dietro c’è molto di più. Ci sono riti, usanze, costumi, lacrime, commozione, storia, c’è l’eredità pagana di un cristianesimo che ha attinto a piene mani nel passato, la commistione di due realtà che si sono unite per creare la terza via che oggi fa parte della società. Si tratta della più classica delle rappresentazioni e cioè la lotta tra il bene e il male. Il primo si concretizza con l’angelo, il messo divino, e il secondo, ovviamente, dal diavolo. Il bambino, in questo caso la piccola Melissa, è legato ad una corda che parte dalla chiesa di Rutino dedicata a San Michele Arcangelo. La corda è tesa sulla piazza sottostante, piena di gente e di fedeli. L’angelo si libra dunque sulla folla fino a raggiungere metà del percorso dove incontra il diavolo e i suoi sgherri i quali, su un alto palco, lo sfidano a singolar tenzone. Non c’è storia: il bene vince sul male, la luce sconfigge le tenebre, e i demoni vengono nuovamente ricacciati negli inferi da dove erano impunemente sbucati. Tra gli applausi della popolazione, l’angelo termina il suo volo dopo aver riportato la pace. «Folli contro il Signor del firmamento – canta l’Angelo – chi resistere potrà è ivi dispersi sì come polve alla balia del vento». Qui il Diavolo, sotto i colpi dell’Angelo, si accascia al suolo per poi sprofondare negli Inferi coi suoi biechi aiutanti.

Il dialogo

«Folli contro il Signor del firmamento – canta l’Angelo – chi resistere potrà è ivi dispersi sì come polve alla balia del vento». Qui il Diavolo, sotto i colpi dell’Angelo, si accascia al suolo per poi sprofondare negli Inferi coi suoi biechi aiutanti. «Ovunque io fugga si spalanchi l’Inferno! – urla – Addio felici campi, soggiorno di eterna gloria, addio per sempre!! Salve, cupo mondo d’orror, a te m’affido e mi nascondo in seno della tua notte». Il Volo è stato oggetto di un profondo studio da parte del professor Alfonso Rizzo il quale nel suo volume “Rutino, storia e folklore”, ha dedicato alla rappresentazione un ampio spazio, non solo riportano le battute ma anche ricostruendone la genesi. «I suoi versi – spiega – si ispirano al poema epico “Paradiso Perduto” di John Milton e pertanto l’origine è da ritenersi successiva al sec. XVII. Gli anziani hanno sempre sostenuto che la “recita” sia stata voluta e scritta da un rutinese. Il testo non ha subito variazioni col trascorrere degli anni – aggiunge – e la cosa è confermata da alcune copie antiche che delle famiglie custodiscono gelosamente come delle reliquie».

La tradizione

Sono diverse le rappresentazione che si tengono in vari paesi del Cilento. Il canone è simile, con alcune piccole varianti a cominciare dal contesto religioso. A Vatolla, ad esempio, si festeggia il 15 di agosto, a Prignano Cilento nel giorno di Pasquetta. Anche il copione è pressoché il medesimo, seppur con delle piccole differenze. Esse trovano motivazione nelle trasposizioni orali del passato, quando il dialogo passava per via orale e gioco forza qualcosa si perdeva o si arricchiva quando ancora il popolo era analfabeta e dunque impossibilitato a trasmettere il sapere su carta. Altra parte, questa, di una storia che racchiude una forza incredibile, capace di valicare il tempo e riproporsi inossidabile ai giorni nostri, portando emozioni non inedite ma rinnovabili ogni anno, tra ricordi, sogni, vita vissuta e sguardi rivolti al futuro, con la costante presenza della fede.