di Erika Noschese
Nelle scorse ore, l’europarlamentare di Forza Italia, on. Lucia Vuolo, Membro della Commissione Pesca e Acquacoltura del Parlamento europeo, è stata sollecitata da vari operatori circa una serie di preoccupanti avvistamenti del granchio reale blu anche lungo le coste adriatiche del Sud Italia. “Attualmente le zone del Sud Italia sono lambite dal problema, ma ci sono stati preoccupanti avvistamenti nelle coste delle Regioni quali Abruzzo, Basilicata e Puglia – si legge nella lettera inviata al Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste On. Francesco Lollobrigida. “Al fine di evitare il proliferarsi del granchio blu nelle zone del Sud Italia – scrive la Vuolo – è indispensabile intraprendere azioni per salvaguardare l’acquacoltura meridionale ed evitare un disastro annunciato. Sono al corrente del fatto che il ministero ha stanziato 2,9 milioni di euro per la cattura e smaltimento del granchio blu ma questi fondi sono stati destinati prevalentemente nelle aree maggiormente colpite del Nord Italia” La richiesta è mirata “ad avviare campagne intensive di cattura, attraverso fondi specifici per le aree costiere meridionali interessate da avvistamenti di questa specie distruttiva per evitare conseguenze nefaste sulla filiera alimentare e turistica, sull’economia ittica e salvaguardare i dipendenti delle cooperative e dei consorzi del Sud Italia” conclude poi l’europarlamentare Vuolo. “Egregio Ministro, il granchio reale blu (Callinectes Sapidus) è una specie alloctona originaria dell’Oceano Atlantico occidentale che si è rapidamente diffusa nel Mar Mediterraneo e prevalentemente nel Mar Adriatico. L’aumento delle temperature delle acque causato dai cambiamenti climatici ha agevolato la proliferazione di questa specie invasiva provocando danni ambientali, economici e sociali soprattutto nelle aree del Nord Italia – ha scritto l’onorevole Vuolo nella missiva indirizzata al ministro Lollobrigida – Il Granchio Blu, essendo una specie resistente ai granchi autoctoni, di cui si nutre, sta portando alla scomparsa di numerose specie autoctone, come i molluschi, vongole, gamberi, cozze, latterini, seppie, spigole, orate, soprattutto giovani causando squilibri al sistema marino nel Mar Adriatico”. L’europarlamentare di Forza Italia /Ppe ha chiarito che ad “aggravare la situazione è anche l’elevata fertilità degli esemplari femmine che possono deporre da 700.000 fino a 8 milioni di uova. Questa riproduzione rapida e incontrollata rappresenta sicuramente un problema allarmante anche per le zone che fino ad ora sono state poco interessate al fenomeno. Attualmente le zone del Sud Italia sono lambite dal problema, ma ci sono stati preoccupanti avvistamenti nelle coste delle Regioni quali Abruzzo, Basilicata e Puglia. Al fine di evitare il proliferarsi del granchio blu nelle zone del Sud Italia, con la presente sono a chiederLe di intraprendere azioni per salvaguardare l’acquacoltura meridionale ed evitare un disastro annunciato – ha aggiunto – Sono al corrente del fatto che il ministero ha stanziato 2,9 milioni di euro per la cattura e smaltimento del granchio blu ma questi fondi sono stati destinati prevalentemente nelle aree maggiormente colpite del Nord Italia”. Da qui la richiesta al ministro “di avviare campagne intensive di cattura, attraverso fondi specifici per le aree costiere meridionali interessate da avvistamenti di questa specie distruttiva per evitare conseguenze nefaste sulla filiera alimentare e turistica, sull’economia ittica e salvaguardare i dipendenti delle cooperative e dei consorzi del Sud Italia”. Di recente, ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha riconosciuto la diffusione eccezionale del granchio blu nei territori dell’Emilia Romagna e del Veneto. Tale dichiarazione riguardo all’evento verificatosi nelle due regioni a partire dal giugno 2023, tutt’ora in corso, è riferita ai danni causati alle produzioni della pesca e dell’acquacoltura e di quelli subiti da strutture aziendali, impianti produttivi, infrastrutture per i quali è applicabile quanto disposto dal decreto 102 del 2004, che prevede disposizioni in materia di soggetti e attività, integrità aziendale e semplificazione amministrativa in agricoltura. Nel dettaglio, il governo ha individuato in Veneto aree lagunari dei territori comunali e fasce marittime attistanti San Michele al Tagliamento, Caorle, Eraclea, Quarto d’Altino, Venezia, Jesolo, Cavallino Treporti, Campagna Lupia, Chioggia, Codevigo, Rosolina, Porto Viro e Porto Tolle. Dall’onorevole Lucia Vuolo c’è sempre stata grande attenzione al settore dell’agricoltura e della pesca e, in questo senso, div ersi sono gli interventi portati avanti in questi anni di legislatura, interfacciandosi sopratutto con chi queste difficoltà le vive giorno dopo giorno ma prova ad andare avanti, grazie anche alla politica del fare, del concreto e dell’impegno.