di Andrea Pellegrino
Il piano da Roma sarebbe questo: se entro un mese il Pd campano non avrà deciso sulle primarie e sui candidati da proporre interverrà direttamente Renzi commissariando il partito e piazzando il suo nome. Questo l’ultimatum per sbloccare la vicenda regionali, giunto alle orecchie dei dirigenti democrat che ieri hanno chiuso la “Fonderia” di Bagnoli. Il nome di Renzi è facile da intuire. D’altronde è stato uno dei protagonisti della giornata di ieri. Si tratta del guardasigilli Andrea Orlando, già da qualche mese nella rosa di possibili candidati a Governatore della Campania. Orlando, fin dai tempi del commissariamento napoletano, non avrebbe mai perso i rapporti con la parte che conta del Pd campano. Tra l’altro, ieri, il suo discorso politico, incentrato sulle Regionali, ha lasciato intendere la sua volontà e quella del partito centrale. Certo, per Orlando le primarie restano «un elemento caratterizzante del Pd», ma dice il ministro, «non ci si può fermare a un’interpretazione formale di statuti e regolamenti». Perché, prosegue, «al di là di celebrare o meno le primarie qui c’è un problema che riguarda il modo in cui si sostanziano questi percorsi e come si fanno vivere». In concreto, dice ancora: «Occorre ora costruire un progetto e poi individuare delle candidature che sappiano farlo vivere. E’ la strada più complicata ma è l’unica percorribile, tenendo conto delle attuali condizioni in Campania». Un progetto che per il Ministro coinvolga non solo il Pd ma l’intero centrosinistra. E reduce dall’esperienza napoletana (con le ultime primarie a Napoli città), Orlando dice: «Si eviteranno tensioni sono se il tutto non si esaurisca in una contrapposizione di blocchi di consenso». Ma la tensione resta alta in casa Pd. Soprattutto tra i due blocchi: quello pro e quello anti Vincenzo De Luca. L’europarlamentare Pina Picierno, in odore di nomina governativa, e tra i promotori della manifestazione, non risparmia ultime stoccate al primo cittadino di Salerno che a sorpresa è stato presente sabato sera a Bagnoli: «Ringrazio quelli che hanno compreso lo spirito di stare qui e hanno ascoltato – ha detto Pina Picierno -. A chi invece è venuto a fare comizi fuori contesto (riferendosi a Vincenzo De Luca, ndr) dico che se privilegiasse discorsi di interesse generale invece di pensare al proprio tornaconto personale sarebbe una bella cosa». Ma al sindaco di Salerno replicano anche i deputati Marco Di Lello e Valeria Valente. «Ma dov’era in questi anni il capo dell’opposizione in Consiglio regionale, lui che ha preso milioni di voti dai campani?» – si è chiesto Marco Di Lello, deputato socialista eletto tra le fila del Pd. «La Fonderia non è un partito – ha proseguito Di Lello – perché se lo fosse stato non ci sarebbe stata la straordinaria partecipazione di questi giorni». Ma Di Lello non risparmia neppure stoccate ad un altro salernitano: «Conta chi sarà il candidato presidente per noi ma conta ancor più con chi vogliamo governare: è il tempo dei simili con i simili e noi non vogliamo i Cosentino i Cesaro i Sica, gli abusivi e i camorristi. Ha ragione Cantone: noi dobbiamo essere più rigorosi della magistratura. Solo così avremo la credibilità necessaria per ridare speranza alla Campania». Infine Valeria Valente: «Cosa cambio e cosa salvo? Cambio quelli che scelgono di fare i comizi dopo cinque anni, raccogliendo applausi, ma che con quei comizi non hanno vinto e hanno scelto di non esercitare la funzione che loro spettava in Consiglio regionale. Adesso tocca un po’ a noi».