di Erika Noschese
Riorganizzare il pronto soccorso dell’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona di Salerno. Queste le richieste delle organizzazioni sindacali che hanno avanzato anche una serie di proposte. In particolare, secondo la Fp Cgil di Salerno «il confronto di merito sulla situazione in Pronto Soccorso risulta oggi più che mai necessario, al fine di giungere ad una programmazione delle attività e dei percorsi interni che abbia come obiettivo la riduzione del sovraffollamento e il miglioramento delle attività della struttura». Per il segretario generale Antonio Capezzuto, infatti, risulta evidente che lo stazionamento dei pazienti per più giorni, in attesa di ricovero, e il numero degli stessi, sono in palese contrasto ad ogni normativa di sicurezza negli ambienti di lavoro, nonché sono un serio pericolo per la buona riuscita degli interventi di cura di cui i pazienti necessitano quando arrivano in Pronto Soccorso. «E’ ben evidente che le statistiche dimostrano che il tasso di mortalità risulta in aumento (oltre il 30%) nei casi di sovraffollamento delle strutture di emergenza/urgenza, e allo stesso tempo risultano crescere anche i casi di errori, morti inattese, e ritardo nel riconoscimento e nel trattamento di condizioni a elevato rischio evolutivo – ha detto – Quanto si sta determinando presso il Pronto Soccorso di codesta Azienda necessita a nostro avviso di un intervento straordinario, in termini di reclutamento di personale, in particolare di figure quali Cps Infermiere e Oss, in maniera tale da riuscire a garantire una turnistica adeguata agli alti standard assistenziali richiesti e che possa rispondere anche ad una gestione ottimale del personale in termini di carichi di lavoro e stress correlato. Allo stesso tempo è evidente che ad oggi non risultano essere avvenuti cambiamenti di natura strutturale che potrebbero consentire una diversa e migliore gestione dei pazienti». Tra le proposte avanzate l’attivazione di una lungodegenza, tenuto conto del fatto che molti pazienti in stazionamento presso il Ps sono anziani e con patologie croniche gravi e non curabili. La struttura dovrebbe essere governata con una turnistica di natura interdipartimentale, per decongestionare lo stazionamento e liberare parte dei posti in barella. Tra le altre richieste la definizione di un numero preordinato di posti letto, di area medica e chirurgica,quotidianamente a disposizione del Pronto Soccorso, al fine di assicurare le esigenze ordinarie di ricovero urgente di tale servizio; la pianificazione di un numero di dimissioni medio pari al bisogno quotidiano del Pronto Soccorso, anche attraverso il monitoraggio della durata di degenza dei pazienti; l’adozione di specifiche procedure organizzative aziendali e interaziendali che garantiscano il rapido back transfer dei pazienti dai centri Hub di riferimento ai centri Spoke, con l’obiettivo prioritario di decongestionare i centri a maggior afflusso di pazienti; la definizione di percorsi ambulatoriali post-Pronto Soccorso per la presa in carico del paziente al fine di garantire una dimissione sicura e una minore percentuale di re-ingressi in Pronto Soccorso; l’Istituzione della stanza/area di ricovero “Admission Room”, area dell’ospedale dedicata ai pazienti in attesa di ricovero, terminato il percorso di emergenza/urgenza; l’Istituzione della stanza/area “Discharge Room” per favorire il flusso in uscita dalla struttura ospedaliera con lo scopo di accogliere i pazienti in attesa di dimissione e provenienti dal Ps in un ambiente sicuro con personale infermieristico e di supporto, tale da provvedere ad una continuità delle cure fino all’arrivo del trasporto verso casa, ospedali o case di riposo, in modo tale da permettere a infermieri e medici del Pronto Soccorso di accogliere in maniera efficiente ed efficace i pazienti più bisognosi. «Con questi interventi si ribadisce che l’attività dei Pronto Soccorso non è avulsa da quella più generale della struttura ospedaliera, ma viceversa è inserita in una logica organizzativa che coinvolge e deve vedere partecipi tutti i reparti. Si tratta di un percorso dove è fondamentale reperire la disponibilità dei posti letto in modo da ottimizzare l’organizzazione ospedaliera generale, i tempi di attesa e tutta l’attività di medici e infermieri – ha aggiunto Capezzuto – Per arrivare a questi obiettivi, oltre al confronto odierno, potrebbero essere necessarie nuove figure gestionali e un nucleo aziendale che si dedicheranno all’analisi, alla gestione e alla programmazione dei ricoveri di area medica, con obiettivi ben precisi e da perseguire». Ad intervenire anche la Cisl Fp di Salerno che ha indetto una conferenza stampa per lunedì alle 10 per spiegare nel dettaglio le proposte, giunte al termine di una ampia discussione che vanno ad abbracciare tutti i settori della sanità, a partire dal pronto soccorso fino all’impegno dei medici e degli infermieri in servizio al Ruggi. Per il sindacato, infatti, il primo livello di soluzioni va ricercato a livello regionale, con quattro tipi di intervento con rafforzamento dei servizi territoriali; miglioramento dell’accesso ai servizi specialistici e diagnostici territoriali; maggiore e disponibilità di strutture sanitarie di post acuzie e Rsa; maggior turnover dei pazienti ricoverati ottimizzando l’attività ospedaliera, implementando le dimissioni protette e attivando con tempestività percorsi alternativi. Sette le soluzioni strategiche da intraprendere a livello intraospedaliero: utilizzo di un sistema informatizzato (cruscotto) nell’ambito del Ps che permetta il monitoraggio h 24 di alcuni indicatori relativi all’affollamento dei Ps e alla disponibilità di posti letto, nelle unità operative di degenza della struttura stessa; un’attività di vigilanza e monitoraggio dei reparti di degenza per assicurare la piena efficienza, mantenendo entro standard ottimali sia la degenza media di ricovero sia la degenza preoperatoria; il coinvolgimento di tutte le unità operative di degenza e dei servizi del presidio ospedaliero al fine di supportare costantemente il Servizio di Ps che non deve essere considerato l’unico gestore del fenomeno del sovraffollamento; l’istituzione della stanza/area di dimissione (“discharge room”) e della stanza/area di ricovero (“admission room”), aree dell’ospedale dedicate al pre ricovero o alla pre dimissione dei pazienti; l’istituzione di una funzione di coordinamento (bed management) per governare i flussi in ingresso e in uscita, con l’obiettivo di ottimizzare i percorsi e di utilizzare in modo più efficiente i posti letto della struttura ospedaliera; la predisposizione di un Piano di Gestione del Sovraffollamento (Pgd), (case manager) che permetta di assicurare, secondo procedure strutturate e condivise con tutte le unità operative e i servizi del presidio, il ripristino della normale funzionalità del Ps con particolare riguardo alle Aree di emergenza (ripristino della mission) assicurando le dimissioni protette; lo sviluppo di percorsi diagnostico terapeutici rapidi (fast track e see and treat). «Il nostro modello incarna quelli che sono gli aspetti funzionali dell’azienda considerando i percorsi diagnostico-terapeutici integrati rispetto alle esigenze della popolazione della Città di Salerno e di tutta la provincia. È ora di mettere in campo le potenzialità che ha in sé l’azienda con i suoi professionisti e declinare quelle che sono gli aspetti che potrebbero migliorare e rendere funzionale la struttura per quanto riguarda l’aspetto organizzativo e funzionale delle specialistiche ospedaliere», dichiara il Segretario Provinciale della Cisl Fp di Salerno Alfonso Della Porta. «Priorità ad un confronto dove vorremmo un’unità di intenti con la Direzione Strategica per quel che riguarda i riflessi sulla qualità del lavoro e sulla professionalità degli operatori sottolineando che il documento è una sintesi del confronto interno tra i delegati della Rsu di tutte le organizzazioni sindacali. Bisogna cimentarsi in sperimentazioni e innovazione della filiera sanitaria: basta nasconderci poiché in carenza di risorse umane ed economiche l’unica strategia è una riorganizzazione concreta dei servizi cercando di ipotizzare modelli funzionali, più snelli e meno farraginosi, dinamici costruiti su responsabilità diffuse lasciandoci alle spalle modelli ospedalieri obsoleti, verticistici e burocraticamente insostenibili, basati sullo scarico delle responsabilità e la ineluttabile incapacità di trovare soluzioni», commenta il Capo Dipartimento della Sanità Pubblica-Privata Cisl Fp Pietro Antonacchio.