Droga e telefonini nel carcere di Fuorni, 45 anni di condanne - Le Cronache
Salerno

Droga e telefonini nel carcere di Fuorni, 45 anni di condanne

Droga e telefonini nel carcere di Fuorni, 45 anni di condanne

Nocera Inferiore/Scafati/Agro. Processo stralcio di Prison Break, condanne bis in Appello. La vicenda è quella della droga e dei telefonini in carcere a Salerno dove la facevano da padrone due gruppi criminali. Dieci imputati (che avevano scelto il rito ordinario) hanno fatto ricorso ai giudici di secondo grado per ottenere uno sconto pena rispetto al primo giudizio pronunciato a dicembre del 2022. Considerato a capo del gruppo di Piedimonte, il nocerino Marco Iannone (difeso da Pierluigi Spadafora) ha incassato 3 anni e 3 mesi di reclusione rispetto ai circa 11 del primo grado: assolto dall’associazione e dall’’estorsione, è stato condannato per detenzione di hashish e pistola. Per altri 5 riforma della sentenza impugnata ma con pena finale confermata mentre per altri 4 imputati Kristian Bove, Angela, Annunziata e Gianmarco Fattoruso rigetto del ricorso e conferma della pena di primo grado per un totale di 6 anni di reclusione. Antonio Barba, Marcello Adriano, Naomi Pastore, Raffaele Giordano e Ciro De Rosa incassarono invece oltre 37 anni di carcere. L’inchiesta vedeva all’origine due gruppi dediti allo spaccio e al possesso di telefonini in carcere che non mancavano di pestare chi non osservava gli ordini: a capo per la Dda c’era Michele Cuomo ras di Nocera Inferiore giudicato con altri 30 imputati con un altro processo. Il blitz nel 2021. Durante tutta l’attività d’indagine erano emersi numerosi episodi di violenze fisiche ed aggressioni a soggetti detenuti che non si “inchinavano” ai promotori dell’ingente traffico di stupefacente. Le spedizioni punitive erano tali da provocare lesioni anche gravi ai danni dei malcapitati.
Il modus operandi del traffico di stupefacenti era articolato con vere e proprie “piazze di spaccio” all’interno della struttura carceraria di Salerno; con soggetti addetti alla detenzione della droga all’interno di intercapedini e armadietti nelle celle, altri addetti all’introduzione all’interno del carcere tramite parenti o affini che venivano per le visite periodiche ed occultavano i cellulari e lo stupefacente nelle parti intime ed infine una struttura articolata esterna di pagamenti tramite postepay che venivano ricaricate dall’esterno e servivano per pagare l’acquisto di stupefacente all’interno del carcere .L’acquisto dei cellulari all’interno del carcere aveva raggiunto le dimensioni un vero e proprio “mercato” infatti bastava ordinare la marca ed il modello per riceverlo consegnato dai visitatori e pagarlo attraverso bonifici alle postepay dedicate. L’utilizzo di cellulari avveniva attraverso sim intestate a soggetti irreperibili e quasi sempre extracomunitari, ed erano utilizzati sia per conversazioni personali con parenti o familiari all’esterno del carcere che con i fiancheggiatori utilizzati per le ricariche postepay e per impartire direttive ed ordini. Ora le condanne in Appello per 10 imputati. Dopo le motivazioni (60 giorni) ci sarà la Cassazione