Brigante e Adinolfi e le dimissioni, l’imbarazzo del sindaco - Le Cronache
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Brigante e Adinolfi e le dimissioni, l’imbarazzo del sindaco

Brigante e Adinolfi e le dimissioni, l’imbarazzo del sindaco

di Erika Noschese
Lo sguardo cupo, gli occhi bassi, il peso di una responsabilità che di sicuro non voleva portarsi dietro. Chi ieri ha avuto modo di incontrare il sindaco Napoli lo descrive come un uomo mortificato ma che deve fare i conti con l’ira della sua maggioranza. Delusione è la parola d’ordine.
La maggioranza si sente delusa, tradita e nonostante siano ampiamente terminati i giri di consultazione la certezza matematica di portare a compimento l’opera ancora non c’è. Intanto, il primo passo è stato fatto: ieri mattina gli assessori tecnici Paola Adinolfi e Michele Brigante hanno rassegnato le dimissioni. L’ingegnere, vero esperto nel suo settore, si è dimesso alle 12.30, anticipato dalla sua collega, «delusa dalla freddezza con la quale è stata trattata» ha raccontato a quanti l’hanno chiamata per esprimerle solidarietà. Nella serata di mercoledì, infatti, il sindaco Napoli e il capostaff Luciano si sono recati a casa della docente universitaria e hanno provato a spiegarle la situazione o meglio, l’hanno messa dinanzi al fatto compiuto. Pochi minuti, la consapevolezza (per Napoli) di non poter fare diversamente e dopo poco l’incontro era già terminato. Tutto chiaro. Lei e Brigante le vittime di un sistema politico che vuole a tutti i costi premiare il consenso. Ed è giusto, sia chiaro. Due cose però non tornano: se il disegno iniziale era quello di far fuori i tecnici perchè Napoli ha scelto di cedere a Tringali e di farlo restare, almeno per il momento, al suo posto? Perchè all’Urbanistica dovrebbe entrare un assessore con una laurea in sociologia e al bilancio un tecnico (sì perchè per quanto donna di partito Eva Avossa non era candidata al consiglio comunale) con laurea in materie letterarie? Perchè ridicolizzare fino a questo punto la città di Salerno? Il decreto di nomina arriverà questa mattina ma il primo cittadino non avrebbe così voglia di incontrare la stampa, almeno così dicono i suoi fedelissimi. E allora cosa fare? Adotterà ancora il metodo del suo Capo De Luca? Del resto, anche la famiglia deluchiana si è fortemente spaccata sul rimpasto. Il padre aveva chiesto di rimuovere tutti e tre i tecnici, a partire proprio da Tringali mentre il figlio ha spinto per stringere i tempi con tutte le conseguenze del caso. Questa decisione potrebbe allontanare ulteriormente Vincenzo De Luca dal Comune di Salerno, continuando -del resto come fatto fino ad ora – ad attaccare l’amministrazione sotto tanti punti di vista. Alla fine, nessuno si salva, se non la Adinolfi e Brigante che, nonostante il torto subito, dimostrano ancora rispetto verso un Palazzo che non li ha mai rispettati, nominandoli in giunta quando era necessario tenere lontano i Progressisti e abbandonandoli senza troppe spiegazioni quando era arrivato il momento per Dario Loffredo di fare il grande ingresso, preteso a gran voce in questi mesi.
L’equilibrio è sempre più precario a Palazzo di Città
Il rimpasto in giunta era necessario per mantenere un equilibrio all’interno della maggioranza Napoli, per apparire sereni e compatti. Ma così non è: deluso Fabio Polverino che aspettava il suo ingresso in giunta per meriti e competenze, sostituendo la Adinolfi anche dopo l’esperienza acquisita a capo della commissione Bilancio. Ha provato a far sentire la sua voce ma, alla fine, è andato via rassegnato. Lo stesso non si può dire di Horace Di Carlo che ancora grida vendetta per, a suo dire, l’ennesimo torto subito. Per lui, è evidente, non ci sono i numeri per eleggerlo presidente del Consiglio Comunale e in ogni caso non erano questi gli accordi. Non ci sono i numeri, non c’è accordo e non ci sono poltrone su cui piazzarlo; deve restare in maggioranza, magari in silenzio per non alimentare ulteriori polemiche.
Nonostante ciò non si arrende e avrebbe promesso al primo cittadino di ribellarsi a questa scelta. Passerà all’opposizione? Quasi impossibile considerato che ormai da anni promette colpi di scena e poi resta fermamente ancorato al suo posto, accontentandosi dell’impegno all’Asi. Anche la leader di Noi con Voi Tea Siano avrebbe manifestato delusione per le scelte del sindaco così come i socialisti con un incontro durante oltre un’ora nel quale proprio Rino Avella avrebbe espresso la sua amarezza per questa mala gestio. L’obiettivo era quello di provare a strappare una delega al cimitero per Di Popolo ma l’impresa non è così facile, si aprirebbe l’ennesimo scenario di richieste tra i dissidenti.
Caramanno potrebbe non avere i numeri
Caso unico in Italia: il presidente del Consiglio si dimette per entrare in giunta. Il successore è Angelo Caramanno ma dopo aver toccato con mano la delusione dei suoi, Napoli teme possano esserci franchi tiratori. Questa mattina dovrebbe tenersi la riunione dei capigruppo per il prossimo consiglio comunale in programma il 30 novembre e anche su questo fronte il primo cittadino è molto agitato. Dal giro di consultazione è sicuramente emersa la volontà dei gruppi consiliari di rispettare l’indicazione ma è chiaro che un colpo di testa dell’ultimo minuto potrebbe cambiare le carte in tavola.
Luci d’Artista, consiglieri pronti a lanciare un primo segnale?
Intanto, questo pomeriggio alle 17.30 è prevista la cerimonia di inaugurazione della edizione 2023 di Luci d’Artista. Fino al 21 gennaio tutta la città sarà illuminata da opere d’arte luminosa installate nelle piazze, nelle strade, nei parchi, per un’atmosfera magica che coinvolgerà i cittadini e centinaia di migliaia di visitatori che in questo periodo arriveranno a Salerno.
Si parte alle ore 17.30 in Villa Comunale dove, alla presenza del Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli e del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, si darà il via ufficiale all’evento con l’accensione in contemporanea di tutte le installazioni luminose. A seguire ci si sposterà in direzione di Piazza Flavio Gioia (ore 18.15 circa) e in Piazza Caduti Civili di Brescia (ore 19.00 circa).
Il governatore potrebbe non presentarsi, per evitare domande scomode e per evitare, magari, di subire il malcontento dei consiglieri. Napoli, a quanto pare, non può evitare. Cosa accadrà? Alcuni consiglieri avrebbero fatto sapere di non volersi presentare alla cerimonia per dare un timido segnale al primo cittadino. Ma su questo al momento non ci sono garanzie. Del resto, siamo abituati a sentire grida, pugni sul tavolo, accuse per poi ritrovarli tutti allegri e sorridenti a difesa del sindaco e della sua maggioranza.