di Andrea Pellegrino Il day hospital oncologico del “Da Procida” è a rischio chiusura. A settembre, probabilmente, l’ospedale salernitano potrebbe essere ulteriormente svuotato ma questa volta della sua funzione principale, causando innumerevoli disagi ai malati di neoplasie. Così per sottoporsi alla terapia oncologica i pazienti dovranno rivolgersi al “Ruggi d’Aragona” con tutte le conseguenze del caso. La struttura di via San Leonardo, già fortemente congestionata, dovrebbe accogliere ora anche i tanti pazienti in cura presso il “Da Procida”. Ma non solo. I disagi sarebbero anche di carattere logistico: al “Da Procida”, infatti, vi si accede con una discreta facilità anche con un mezzo pubblico o con l’auto – senza pagare il ticket per il parcheggio – è possibile arrivare fin in prossimità del reparto. Cosa impossibile al “Ruggi d’Aragona” dove i pazienti per raggiungere il reparto oncologico dovrebbero percorrere lunga strada a piedi sotto le diverse condizioni climatiche. Oltre naturalmente ad appesantire il carico di lavoro di medici ed infermieri già sotto organico presso l’azienda universitaria ospedaliera di via San Leonardo. Ma la possibile chiusura sembrerebbe sempre più concreta. Non fosse altro che già a giugno era stato firmato dal direttore sanitario Della Porta un provvedimento di sospensione delle attività ambulatoriali presso l’ospedale “Da Procida”. Atto, poi, fortunatamente “congelato” dalla stessa azienda ospedaliera ma che potrebbe avere effetti già a partire da fine settembre, considerate le intenzioni dei manager sanitari pronti a smantellare l’intera struttura. L’appello dei malati oncologici sarebbe stato raccolto ora dal consigliere comunale Ginetto Bernabò, vicepresidente della commissione politiche sociali, nonché da sempre attento alle problematiche sanitarie, che annuncia una battaglia per sventare la chiusura dell’indispensabile reparto. Tra l’altro non si comprende il motivo per il quale, l’azienda sanitaria voglia svuotare il “Da Procida” (destinato proprio alle cure oncologiche) a favore del “Ruggi” che come è noto non gode di un’ottima e funzionale organizzazione, sia per le evidenti dimensioni, sia per la carenza di organico.
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