Carico, determinato, pronto a dare tutto per rilanciarsi e per rilanciare la Salernitana: “La chiamata della Salernitana è stata travolgente. Aspettavo la chiamata giusta, mi ero un po’ stufato di come ero stato trattato. Non sapevo più se questo calcio meritasse la mia onestà e la mia professionalità. Si può vincere, perdere ma avendo sempre onestà intellettuale. Poi mi ha chiamato il presidente e sono stato tutta la notte sveglio ad attendere la sua decisione. Io e il mio staff finalmente possiamo tornare a lavorare come ci piace. Quando è successo i risultati sono arrivati”. L’impegno che Inzaghi è pronto a dare sarà massimo: “Sousa ha fatto molto bene, darò tutto me stesso per valorizzare i giocatori e salvare la squadra. Se la Salernitana retrocede retrocediamo tutti. Ho detto al presidente di non preoccuparsi delle critiche, l’importante è che la gente ci apprezzi per quanto fatto. I giocatori hanno bisogno di affetto, quindi criticate me, ci sono abituato: per anni ho sentito dire che non sapevo neppure stoppare un pallone. Il deve essere un’arma in più. Io vivo ancora di sogni e di tifosi, so che vuol dare vivere da tifoso tutta la settimana”. Ancora presto, ieri nel pomeriggio ha diretto il primo allenamento senza gli otto nazionali, per parlare di tattica e moduli: “E’ sicuramente presto – prosegue Inzaghi – e poi i moduli sono numeri. La prima cosa è riportare entusiasmo e convinzione. Voglio restituire spensieratezza ai giocatori e far capir loro che possiamo giocarcela con tutti. Non ci salviamo con i nomi ma con i fatti. Non so se giocheremo bene o male, ma la cosa importante è lottare. È una squadra che l’anno scorso mi divertiva e tutto sommato sono rimasti gli stessi. Abbiamo già partite dure dopo la sosta, non abbiamo diversi giocatori in nazionali. Una squadra che ha così tante nazionali non dovrebbe stare lì. Ci dovrebbe dare convinzione che siamo forti. I giocatori si sentono meno forti a volte di quello che sono e si accontentano. Io pretendo da loro, visto che alle spalle c’è una società seria che non fa mancare lo stipendio, il massimo impegno. Questa squadra può giocare in diversi moduli, devo trovare io il vestito adatto. Sono solito individuare i giocatori di cui non posso fare a meno e poi scegliere l’assetto. Abbiamo una visione di calcio uguale io e il presidente. Sono molto pratico, a dieci minuti dalla fine metto un difensore se sot vincendo non un attaccante per far vedere che ho mentalità offensiva”. Importante sarà anche la posizione di Dia: “Uno che fa tutti quei gol per me è una prima punta ma può giocare sottopunta o in compagnia di un altro attaccante. È un giocatore che va recuperato. È un giocatore che, se non fa quindici gol, andiamo in difficoltà. Ha potenzialità per farli e noi dobbiamo metterlo in condizione di fare gol”. Inzaghi non ha avuto difficoltà ad accettare: “Non c’è stato bisogno di convincermi, sono io che ho convinto il presidente. Non è stato un problema di categoria. Sarei andato anche in C con questo club. Mi piacciono le sfide. Per ottenere i risultati ci vuole tutto il contesto, qui ho tutto, cercherò di fare meno danni possibile. Gli allenatori non hanno inventato il calcio, cercherò di adottare il sistema che valorizzi al massimo l’organico a mia disposizione. Toglierò tutti gli alibi ai giocatori: qui non manca niente e non si possono avere alibi. Se danno il massimo dobbiamo salvarci per forza. Dobbiamo fare in fretta risultati, ma avere la pazienza di sapere che i risultati arrivano con il lavoro. Non vedo l’ora di iniziare. Sono stato tutta la notte sveglio ad aspettare la telefonata del presidente dopo l’incontro. È la prima volta che subentro in corsa. Amo fare i ritiri è chiaro che ogni allenatore vorrebbe iniziare ma io avevo il dovere di aspettare la Reggina e non ho preso in considerazione nulla. A tal proposito cercherò di rendere orgogliosi anche i tifosi della Reggina, considerata l’amicizia tra le tifoserie. Subentrare è una nuova esperienza. Ora mi metterò a studiare con lo staff quanto fatto finora anche per quanto riguarda gli infortuni”.
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