De Luca al Tasso: «Tavolini su marciapiedi di due metri e musica alta. Imbecilli, voi siete bestie» - Le Cronache
Attualità

De Luca al Tasso: «Tavolini su marciapiedi di due metri e musica alta. Imbecilli, voi siete bestie»

De Luca al Tasso: «Tavolini su marciapiedi di due metri e musica alta. Imbecilli, voi siete bestie»

di Erika Noschese
Un po’ il buon padre di famiglia, un po’ sindaco, un po’ – neanche a dirlo – la voce della coscienza di una città ormai in declino. Il grillo parlante sulle spalle di un’amministrazione che non riesce più a cogliere i segnali delle tante problematiche che meritano un’attenta risoluzione. Il presidente della Regione Campania torna, dopo anni e anni, nella sua vecchia scuola, il liceo Tasso e tira fuori il meglio di sè. Dapprima l’appello a non tatuarsi perchè, ha detto De Luca, «mi fanno schifo». Poi una lezione di vita agli studenti sulla necessità di tenersi alla larga da alcol e droga, sulla necessità di utilizzare i social con moderazione. Infine, stuzzicato dalle domande degli studenti, riveste i panni di eterno sindaco e si sostituisce a Vincenzo Napoli. «Salerno era una città media del sud, totalmente insignificante. Quando facevo il militare, molti anni fa, nessuno conosceva questa città e decidemmo di fare una cosa semplice: costruire una città turistica, un territorio splendido tra Costiera Amalfitana e Cilentana e avevamo nelle mani la possibilità di puntare sull’architettura contemporanea perché la trasformazione urbana dipendeva da noi e dovevamo essere i primi in Italia, i migliori pur essendo una città media. Abbiamo impegnato a Salerno alcune delle migliori firme dell’architettura contemporanea tra il piano regolatore, il porto Marina d’Arechi, la Cittadella giudiziaria e così via. Sono particolarmente affezionato a piazza della Libertà, la più grande piazza d’Europa sul mare», ha detto De Luca che svela un aneddoto sulla nascita della piazza. «È nata perché una volta che mi ero candidato sindaco candidarono contro di me un avversario scelto dai potentati politici di Avellino e di Napoli, mi candidai da solo e vincemmo. Decisi di realizzare piazza della Libertà come simbolo della libertà di Salerno e dei salernitani. Per me doveva essere il simbolo dei comuni medievali che resistevano all’impero, è la vostra libertà. Mi è costato un processo di dieci anni ma va bene, siamo un Paese strano. Prima c’era il degrado totale tra prostituzione, spaccio di droga, l’ira di Dio ma tutti tranquilli poi i mal di pancia con un progetto di architettura. Oggi camminano per Salerno flotte di turisti, non si erano mai visti; ma quando mai sarebbero venute a Salerno navi da crociera per far sbarcare i turisti ma dobbiamo migliorare: la città turistica comporta la crescita della città, di una cultura dell’accoglienza, dei trasporti, della pulizia», ha aggiunto De Luca. E non mancano stoccate all’amministrazione, agli incivili, ai titolari di attività ristorative e bar: «Quando ero sindaco lanciai una campagna dal titolo Cafoneria zero. Siamo arrivati al punto che se non abbiamo gli altoparlanti con la musica a tutto volume…bestie, cafoni. Questo non attira il turismo, lo allontana. Imbecilli. Ma non c’è in nessuna città italiana il casino che abbiamo qui la notte, ogni locale che apre mette gli amplificatori. Bestie, toglieteli. Noi abbiamo bisogno di un turismo civile, garbato, elegante altrimenti avremo il peggio del turismo, i cafoni e non il turismo d’èlite che dobbiamo avere – ha aggiunto De Luca – La città turistica è cresciuta, devono crescere i comportamenti civili. Mi capita di vedere i tavolini sui marciapiedi, ma santo Dio è di due metri, come puoi pensare di mettere tavolini e sedie, non è possibile. Occorre un livello di civiltà che dobbiamo recuperare, Salerno deve essere una città elegante, civile, cafoneria zero altrimenti non andremo lontano». Infine, un rapido aggiornamento sugli interventi in programma a Salerno e finanziati dalla Regione Campania: «Stiamo facendo alcuni progetti finanziati dalla Regione: stiamo completando il recupero della spiaggia davanti al litorale salernitano, la zona orientale, Mercatello, Pastena, poi arriveremo davanti alla lungomare, una spiaggia di centro metri davanti al lungomare; ci vorrà un po’ di tempo ma la stiamo costruendo la città turistica, difendetela, non fate scippi sui muri, altro segno di imbecillità, rispettate il verde pubblico». Non è mancata la riflessione, e qui lunghi applausi da parte dei presenti, sulla battaglia contro il numero chiuso a medicina. «Dovremo creare per i giovani opportunità di vita e di lavoro. Ma, questo riguarda i Governi nazionali, la capacità di non abbandonare il Sud a un destino di declino o di degrado. Da questo punto di vista, dovremo combattere perchè il Sud è diventato ormai del tutto marginale rispetto ai Governi del nostro Paese – ha aggiunto il “governatore” – Bisogna sapere che i ragazzi, nella vita, avranno una sola arma per difendersi, lo studio, le qualità professionali, la capacità di sacrificio. Ai ragazzi ho detto un po’ della mia vita, ho spiegato che vengo dalla povera gente, quindi devono essere innanzitutto orgogliosi delle famiglie piu’ povere; devono maturare sempre comportamenti civili, evitare droghe, evitare tatuaggi che imbrattano i volti e il fisico, evitare atteggiamenti di bullismo, evitare di utilizzare i social per mettere in croce un compagno o una compagna, evitare superalcolici». Ai cronisti che gli chiedono su cosa incidere per evitare che i giovani vadano via dal Mezzogiorno, il presidente della Regione risponde che, qui, «il problema è duplice». E spiega: «Intanto, fare una battaglia per evitare queste barriere per l’ingresso nelle università. Quello che accade per la facoltà di medicina è semplicemente vergognoso in Italia, è un sistema camorristico che non seleziona il merito, ma che seleziona solo i figli della povera gente. Poi, dobbiamo creare prospettive di lavoro. E’ chiaro che se non c’è lavoro e sviluppo qualificato nel Sud, ma questo è un tema che riguarda ormai tutta Italia, i giovani se ne scappano all’estero. Parliamo di nostri laureati nel campo scientifico, ma non solo. Se ti sposti dalla Lombardia a 50 chilometri e vai in Svizzera, ti pagano il triplo, o in Germania. Dovremo creare condizioni di lavoro, di reddito, di vita adeguate a un Paese civile».