Il diabete è una patologia cronica che costituisce una delle principali concause di morte, il trend in costante crescita coinvolge anche la regione Campania. Importanti novità nel campo della ricerca hanno consentito lo sviluppo di dispositivi capaci di rispondere alle esigenze di monitoraggio continue dei livelli glicemici dei pazienti, garantendo così un flusso di dati in tempo reale fondamentali per il supporto alle decisioni terapeutiche dei medici specialisti. “Stando ai dati Istat e dell’Health City Institute, la Campania ha il tasso di mortalità per diabete più alto d’Italia con il 7,6 per cento della popolazione coinvolta, ben al di sopra della media nazionale che si attesta al 5,8% per cento. Ritengo urgente e indifferibile garantire ai pazienti diabetici della Campania l’accesso al più ampio numero di dispositivi presenti sul mercato a maggiore innovazione; e che tutti possano avere accesso ai diversi dispositivi a seconda delle diverse necessità terapeutiche”. Lo ha dichiarato Tommaso Pellegrino, capogruppo di Italia Viva in Consiglio regionale che ha presentato un’interrogazione sui ‘Dispositivi di monitoraggio della glicemia in Campania’ con la quale chiede di attivare subito la Commissione diabetologica per definire le nuove linee guida di indirizzo, nelle quali necessariamente e opportunamente va considerata la disponibilità sul mercato di tecnologie innovative ed efficaci che consentano il superamento dell’attuale categorizzazione tra dispositivi FGM (monitoraggio flash del glucosio) e CGM (monitoraggio continuo del glucosio) per favorire l’accesso dei pazienti ai dispositivi più adatti a seconda delle necessità terapeutiche, come riconosciuto in altre Regioni. “Il Diabete oltre a costituire di per sé un rischio per la salute – ha precisato il capogruppo – rappresenta una delle principali cause di comorbidità, nonché fattore di rischio dell’aumento di complicanze cardiovascolari e altre patologie. Ai pazienti diabetici della Campania va garantito un ampio accesso ai dispositivi innovativi per consentire loro un monitoraggio costante dei livelli di glucosio nel sangue al fine di evitare complicanze che possano metterne a rischio la vita”, ha concluso Pellegrino.
Il pensiero del sindaco Morra e il ricordo del nipote Alessandro Farina
“Caro Alessandro, il tuo non è stato un sacrificio vano. La tua breve esistenza nel mondo terreno e tra i tuoi affetti più cari ha ottenuto una giustizia che si estende ben oltre i confini dell’umano riconoscimento”. Questo, il sentito e commosso commento del sindaco di Pellezzano, Francesco Morra, dopo aver appreso la notizia dell’approvazione all’unanimità, da parte del Senato della Repubblica Italiana, della legge istitutiva dello screening nazionale pediatrico per il diabete di tipo 1 e la celiachia per tutti i ragazzi da 0 a 17 anni. “Tu – ha detto ancora Morra – Alessandro, continuerai a vivere nei tanti bambini e ragazzi che potranno scoprire in tempo l’eventuale presenza di una patologia della quale potrebbero essere affetti e che, purtroppo, per te è risultata fatale”. Il primo cittadino di Pellezzano, nella qualità di zio di Alessandro Farina, il tredicenne prematuramente venuto a mancare nel dicembre 2017 proprio a causa della mancata diagnosi di una forma acuta e grave di chetoacitosi diabetica. “Come ha ricordato l’onorevole Giogio Mulè – ha poi specificato Morra – che ringrazio a nome mio personale e di mia sorella, madre di Alessandro e di tutte le persone che lo hanno voluto bene in vita e continuano a ricordarlo anche ora che è volato in cielo, l’Italia è il primo Paese al mondo ad essersi dotato di uno strumento così innovativo per tutelare la salute e, in molti casi, la vita dei nostri figli. Mulè è stato il promotore della proposta di legge oggi approvata”. “Trattasi – ha poi concluso il primo cittadino – di una legge che rappresenta una vera pietra miliare nella medicina di prevenzione, accolta con grande apprezzamento dalla comunità scientifica ed è per questo che sento il dovere di ringraziare, come zio di Alessandro e come sindaco di Pellezzano l’intero Parlamento Italiano che ha consentito l’approvazione di una normativa di riferimento che rappresenta un passaggio epocale e una svolta decisiva per la lotta a queste patologie infantili”. Per quanto riguarda il profilo giudiziario di questa triste vicenda, lo scorso mese di aprile, la sezione penale del tribunale di Salerno ha condannato Anna Giulia Elena De Anseris (del pronto soccorso) e Nicola Pepe (del reparto di pediatria), due medici dell’azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno, a 1 anno e 8 mesi di reclusione per quello che è stato classificato dall’autorità giudiziaria come un caso di malasanità. Assolti, invece, perché il fatto non sussiste, gli altri due medici imputati Mario Cioffi e Maria D’Alessandro. Si tratta dei medici che nei giorni a cavallo di Natale 2017 avevano preso in cura Alessandro Farina, dopo che il giovane aveva accusato dei malori in casa, recandosi poi al pronto soccorso dell’ospedale “Ruggi” di Salerno, a causa della patologia di cui era affetto e che, secondo l’autorità giudiziaria, non sarebbe stata correttamente diagnosticata dal personale medico di turno.
Mario Rinaldi