di Olga Chieffi
La notizia che la dottoressa veterinaria Lucia Fiordelisi e il gioielliere Gianfranco Passaro siano nella giornata di ieri mancati ai vivi, ha raggiunto tutti nel centro storico di Salerno.
La morte, è un Mistero che affascina ma che insospettisce per via della sua impenetrabile oscurità, offre all’uomo la possibilità di un confronto che lo coinvolge in tutta la sua complessità. È un confronto che non ammette riduzioni, totalitario e dispotico. Eppure, non ammette scorrettezze, è onesto fino all’eccesso e pur mantenendo il riserbo finché l’ultimo respiro non è stato emesso, offre garanzia di risposta. Malattia e morte, in fondo, non sono altro che strumenti necessari per raggiungere l’obiettivo vero, perché, come amava ripetere Miguel de Unamuno: “Il fine della vita è di farsi un’anima”. “A stare con gli animali si corre il rischio di diventare persone migliori” diceva Oscar Wilde e Lucia Fiordelisi ha scelto di dedicare la sua vita agli animali in cui è innegabilmente scritta la nostra storia. Lei appassionata di cani particolari, personalmente l’abbiamo conosciuta col suo gigante Luca uno splendido levriero irlandese, passata al carlino, ieri oltre la sorella Giuditta, il nipote Mauro, l’intera famiglia e i tantissimi amici che si ritroveranno stamane nella chiesa di Santa Lucia, alle ore 9, per l’ultimo saluto, ha lasciato il suo ultimo affezionatissimo soggetto la Whippet Paola. Non vi sono animali al mondo che si siano dedicati più interamente al servizio dell’uomo dei piccoli soggetti che lei curava con estrema dolcezza e devozione ricambiata. Ritroveremo Lucia, il suo il sorriso che poteva in questo mondo che va verso un tempo vuoto, assolverti e redimere, in ogni sguardo animale che saremo capaci di incrociare. Oggi, sull’affiorare insistente, sottile e nostalgico di emozioni, colori, profumi, vivificati dall’ascolto di una specie di racconto, un filo di storia breve e pur intenso “pieno”, oggi reso disperato, e insostenibile, per la famiglia e tutti gli amici, dall’agire quieto, incessante e inesorabile, delle grandi leggi di natura, capaci di svelare il segreto di quell’anima senza tradirla, gettandovi soltanto un raggio di luce obliqua, scopriamo dentro di noi una nuova, particolare qualità d’animo, un patrimonio di sentimenti e valori ricchissimo, quell’educazione all’amore che Lucia col suo esempio, nel suo passaggio terreno è riuscito a trasmetterci. “….Questo tipo di vita, costituisce la via che porta verso il cielo e verso questa confraternita di uomini che sono già vissuti e che ora, liberatisi del corpo, vivono in questo luogo che tu stai vedendo (e, infatti, era un cerchio luminoso, di uno splendore abbagliante in mezzo ai fuochi astrali) e che voi chiamate, come avete appreso dai Greci, Via Lattea”. Da quel luogo potevo osservare tutto il resto, che mi appariva di mirabile lucentezza. C’erano, infatti, stelle che non abbiamo mai visto da qui, ed esse erano tutte così grandi che noi non lo sospettiamo neppure; fra gli astri, il più piccolo era quello che sta più lontano dal cielo e più vicino alla Terra, e che brilla di luce altrui. Le stelle, poi, erano corpi celesti assai più grandi della Terra, e questa mi apparve anzi così piccola, che mi venne una stretta al cuore nel vedere che il nostro impero non occupa che un piccolo punto di essa”. E’ la promessa d’immortalità del Cicerone del De Republica, quel Somnium Scipionis, che dedichiamo a Gianfranco Passaro scomparso anch’egli nella giornata di ieri. Il ricordo fa rivivere l’Uomo. Oggi, quanti hanno il dono della Fede, potranno affermare che Giovanni è stata rapito agli uomini, perché «Divenuto caro a Dio, fu amato da lui» (Sapienza 4,10), continuando, così, ad attuare il suo messaggio di onestà e fiducia nel futuro e di solidarietà per il prossimo, che ha costituito il suo vero patrimonio spirituale e che saluteremo oggi stringendoci insieme ai suoi familiari, nella chiesa del Sacro Cuore alle ore 15.