di Arturo Calabrese
Fin dalla sua elezione, da parte dell’onorevole Pino Bicchielli, vice presidente di Noi Moderati alla Camera dei Deputati c’è stata grande attenzione alla città di Salerno. Tra le problematiche affrontate non solo il bilancio del Comune di Salerno e Porta Ovest con una interrogazione parlamentare presentata al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della cultura, al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica alla luce delle tante problematiche che si sono riscontrate in questi anni.
Lei ha sollecitato le Istituzioni nazionali su alcune vicende che riguardano il Comune di Salerno, Bilancio, Fusandola, Museo dello sbarco, Porta Ovest
«È il mio compito quello di stare accanto ai cittadini, soprattutto quando ci sono situazioni poco chiare. Faccio il mio lavoro e utilizzo gli strumenti che ho. Un plauso va ai consiglieri comunali che si scontrano quotidianamente con un sistema di potere oramai agli sgoccioli, ma che ancora procura danni alla città e ai suoi cittadini. Sul Fusandola dopo la risposta all’interrogazione, che ha evidenziato la realizzazione abusiva, siamo in attesa della relazione dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale. Mentre sul bilancio comunale siamo in attesa delle risposte dopo i nostri rilievi molto dettagliati. Sono convinto che insieme ai Ministeri della Cultura e della Difesa troveremo un sito adeguato al Museo della liberazione. Alla ripresa, poi, torneremo con forza sulla interrogazione già presentata su Porta Ovest, dopo che l’architetto Gaetano Izzo ha evidenziato lo scandalo dell’uso illegittimo delle cave che hanno devastato il paesaggio e che si è perpetrato nonostante i divieti».
Un ricordo di questa estate?
«Sicuramente il Premio ricevuto a Vatolla come “amico della cipolla di Vatolla”. In quello splendido borgo ho trovato, intorno all’esaltazione di un prodotto delle nostre terre, unico nel mondo, anche un borgo meraviglioso da riscoprire e rivitalizzare.
E proprio pensando alle tipicità e alle forti identità dei territori del nostro Paese, ho presentato un disegno di legge per l’ “Istituzione del Registro delle associazioni nazionali delle città di identità per la valorizzazione delle produzioni agricole di pregio”, progetto di legge scritto insieme ai presidenti delle associazioni delle città dell’olio e delle città del vino. Devo dire con grande piacere che su questa proposta ho constatato una convergenza di parlamentari di ogni schieramento politico».
Da tifoso della Salernitana è stato tra i fondatori del “Salernitana Club Parlamento”un suo giudizio sportivo ed uno sulla vicenda dello stadio Arechi…
«Il Presidente della Salernitana Iervolino e tutta la società, a cominciare dall’amministratore Milan, stanno facendo fare un salto di qualità culturale all’idea di Calcio nella città di Salerno e, soprattutto, danno continuità e serenità ad una città ed una tifoseria che merita tanto.
Non capisco, però, perché, se ci sono privati che vogliono investire sullo stadio di calcio, liberando ingenti risorse pubbliche e utilizzando strumenti di legge come il project financing per i progetti di ammodernamento e costruzione di impianti sportivi, vi sia una parte della politica che si opponga. In nome di una visione assurda e ottusa si vuole bloccare l’intervento privato e impegnare 100 milioni di euro dei cittadini, che potrebbero essere impiegati in altro modo, in particolare per opere su cui non vi è l’interesse ad investire capitali privati. Non si capisce ancora, peraltro, con quale piano di investimento le risorse pubbliche dovrebbero essere utilizzate, mentre c’è già sul tavolo la proposta di un privato credibile e solido con un progetto qualificato e importante per il territorio. Oramai in tutte le più grandi città italiane ed europee gli stadi sono affidati a società private: è così che queste strutture diventano una risorsa per i cittadini e anche per gli enti locali. E nel caso dello stadio Arechi, oltre a considerazioni di elementare buon senso, anche lo stato dei conti pubblici dovrebbe far capire che non si può prescindere da un partenariato tra pubblico e privato. La scelta del Presidente della Regione mi sembra miope ed egoista, oltreché prevedibilmente fallimentare. Già oltre 10 anni fa lo stesso De Luca aveva avanzato proposte simili, proposte sparite nel nulla, ma sempre frutto della sua concezione dirigista e statalista, totalmente fuori dalla storia ed in contrasto con l’interesse del territorio e dei cittadini».