di Erika Noschese
A poche ore dal Ferragosto occupate solo l’80% delle strutture alberghiere ed extralberghiere in provincia di Salerno. A snocciolare i dati, tutt’altro che soddisfacenti di questo mese di agosto il presidente dell’Abbac Agostino Ingenito che si dice fiducioso rispetto ad un last minute e last second per raggiungere il possibile sold out il 15 agosto.
Ultime ore prima di Ferragosto, qual è la situazione in provincia di Salerno e più in generale in Campania?
«E’ un agosto anomalo, al momento siamo all’85% di camere e strutture ricettive prenotate, ma confidiamo nel last minute e last second per raggiungere il possibile sold out a ferragosto.
É il mercato italiano che si è ridotto, a causa dell’inflazione e caro vita mentre tradizionalmente si riduce in agosto il flusso di viaggiatori stranieri soprattutto europei rispetto ai grandi flussi che abbiamo avuto in primavera e fino a poche settimane fa con ospiti soprattutto americani e di oltreoceano».
In qualità di presidente dell’Abbac qual è il riscontro ottenuto per b&b?
«Le nostre formule ricettive extralberghiere sono scelte da un target di viaggiatori molto eterogeneo che sceglie la nostra ospitalità potendo contare anche su tariffe modulari e che risentono anche da fenomeni come speculazione ed abusivismo che abbassano qualità e prezzi. Che comunque sono rincasato anche oltre il 25% in taluni casi, determinando quella riduzione di flussi e permanenza del mercato italiano».
Ad oggi secondo lei la provincia di Salerno può definirsi attrattiva dal punto di vista turistico?
«Stiamo parlando di un territorio che accoglie tre siti Unesco e che ha una sua attrattiva culturale e naturalistica di estrema importanza e da potenzialità ancora inespresse. Non si discute dunque del patrimonio quanto dei servizi, con infrastrutture e mobilità, decoro, sicurezza, che palesano carenze strutturali e che si ripercuotono soprattutto in alcuni territori come per le aree interne e il Cilento e che vive per paradosso del sovraffollamento in Costiera Amalfitana».
Costiera Amalfitana, situazione complessa dal punto di vista del trasporto pubblico. Quali soluzioni?
«Intanto ai sindaci della Divina chiediamo di fare scelte chiare ed univoche che tengono conto dell’eccezionale fragilità del territorio che va tutelato e messo in sicurezza. Il numero chiuso non dovrebbe essere un tabù se si condivide la necessità di tutela e per salvaguardare dal sovraffollamento. Assistiamo in Costiera a contraddizioni tra le comunità che sono incomprensibili ed inoltre occorre un vero patto tra pubblico e privato che rafforzi sinergia anche in termini di flussi, qualità e controlli. Non è più pensabile ridursi a scelte emergenziali affidandole ad un tavolo convocato d’urgenza in Prefettura e con provvedimenti come l’introduzione delle targhe alterne che palesano limiti strutturali in assenza di controlli continuativi e certi nei diversi varchi.
Inoltre occorre lavorare ad un piano tpl di continuità territoriale che consolidi le vie del mare, autentica alternativa al trasporto privato spesso incontrollato e selvaggio Serve inoltre un piano educativo dei residenti, custodi e non padroni del territorio, per ridurre loro mobilità interna con auto private, realizzando trasporto pubblico intercomunale con mezzi idonei ed ecologici. E poi va fatto un piano di trasporto pubblico con potenziamento corse bus integrandole alle vie del mare».
Per il momento le vie del mare si stanno rivelando un fallimento, un’occasione mancata per accogliere i turisti…
«Si, ecco perché abbiamo espresso perplessità sulla modalità dell’espletamento delle gare andate deserte, chiedendo intervento di Agcom e Governo. Il caso del Cilento è la palese dimostrazione di un sistema che non funziona e che va governato, aprendo ad un’autentica concorrenza che consenta acceso anche ad armatori e compagnie straniere e facilitando ingresso start up e aggregazioni di imprese. E poi c’è il nodo degli attracchi e di mancati servizi portuali nelle diverse località balneari. In vista dell’apertura dell’aeroporto di Salerno abbiamo bisogno che vi sia un piano strategico intermodale e che risolva le tante storture di una mobilità interna complicata per flussi turistici».
Cosa si aspetta per queste ultime settimane di agosto?
«Chi si occupa di turismo non può che essere ottimista e siamo certi che la stagione riservi ancora sorprese soprattutto per ulteriori flussi di viaggiatori stranieri e italiani. Constatiamo purtroppo ancora una forte stagionalità che condiziona i territori come per il Cilento e litorale. Su questo fronte servirebbe un piano di azione di incentivi ai privati per allungare le aperture e un programma di promozione e sviluppo che al momento non c’è. Nel turismo la competizione tra i territori non è un dettaglio trascurabile. Lo dimostrano i casi di Albania e Grecia, diventate mete lowcoast per il mercato italiano. Ecco perché occorre un piano strategico che preveda scelte sulle diverse e nostre belle destinazioni salernitane che hanno target diversi».
Stando a dati passati, secondo lei oggi si può parlare di un turismo invernale per la città di Salerno, magari con Luci d’artista?
«La manifestazione ha avuto il merito, negli anni, di garantire flussi turistici a Salerno che prima, in inverno, era del tutto dimenticata dal turismo. Come per tutti gli eventi che si ripetono negli anni, occorre ormai integrare con azioni in grado di incentivare nuovi flussi.
Ecco perché auspichiamo che l’amministrazione comunale condivida la nostra proposta di una dmo, un organismo pubblico privato che faccia programmi strategici su Turismo, ospitalità ed eventi, aprendo a nuove opportunità come per l’organizzazione di eventi spalmati su tutto l’anno, integrando i diversi asset come per il turismo crocieristico, lavorando a creare le condizioni di un turismo mice e congressuale. Tutti flussi possibili, ma che necessitano di servizi di accoglienza, decoro, sicurezza e cogliendo le opportunità di alta velocità, aeroporto e collegamenti marittimi. Mentre auspichiamo sinergia per qualificare ricettività, e controlli su abusivo e speculazioni».