di Erika Noschese
«I medici a gettone non sono la soluzione alla carenza di personale medico, è necessario passare al reclutamento di unità per garantire stabilità all’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona». Parla così Mario Polichetti, primario del Reparto di Gravidanza a rischio dell’ospedale di Salerno “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” e membro della Uil Fpl provinciale di Salerno.
La sanità è oggi messa a dura prova: mana il personale medico, infermieristico, gli oss. Qual è oggi la situazione al Ruggi?
«La sanità al Ruggi sta progressivamente migliorando. C’è il rispetto degli impegni presi dalla direzione generale per quanto riguarda le assunzioni, sia di dirigenti medici – in particolar modo quelli destinati al pronto soccorso – sia di operatori sanitari e operatori coadiutori di figure infermieristiche. Rispetto al passato sono stati fatti grossi passi avanti e la situazione è in via di normalizzazione. Anche nel dipartimento di ginecologia e ostetricia, in particolare in Gravidanze a rischio, sono arrivati due nuovi dirigenti medici che danno un valido contributo, soprattutto per la gestione delle gravidanze a rischio e in vista del periodo di agosto quando le strutture private chiudono per ferie».
A proposito di gravidanze a rischio, come giudica il reparto da lei guidato? Cosa si potrebbe fare per rendere il reparto più efficiente?
«Noi chiediamo sicuramente più personale perché così si riesce a gestire meglio il lavoro soprattutto per gli ambulatori dedicati alla gravidanza a rischio perché siamo centro di riferimento regionale ma ci arrivano pazienti anche da fuori regione; abbiamo bisogno di dirigenti medici e anche di personale infermieristico e ostetrici. I numeri sono in progressivo ed esponenziale aumento».
Centro Pma, a che punto sono i lavori? La struttura sarà finalmente presente all’interno del Ruggi?
«I lavori di ristrutturazione sono stati completati, il responsabile sta organizzando il lavoro dal punto di vista medico ma manca qualche dettaglio per la struttura del centro. Anche da questo punto di vista, i tempi di risoluzione sono brevi, la soluzione dietro l’angolo. Il centro Pma sarà fiore all’occhiello dell’azienda Ruggi; led donne con difficoltà sono in aumento e spesso si è costretti a rivolgersi ai privati o ad andare fuori regione».
Torre cardiologica, medici di spicco sono andati via. Cosa succede secondo lei?
«Credo che l’unità operativa di cardio chirurgia sarà sicuramente rilanciata anche perché sono arrivati nuovi dirigenti medici e sotto la direzione di chirurghi esperti si riuscirà a colmare il vuoto lasciato dai colleghi che sono andati via. Certamente è un rimpianto per l’azienda che siano andati via colleghi del calibro di Severino Iesu, Mastrogiovanni ma chi rimane, come Enrico Coscioni, è un medico di spessore che saprà gestire bene, dal punto di vista dell’organizzazione e del lavoro. Il ruolo del primario è anche di coordinatore delle risorse, sono certo arriveranno altre unità».
Oggi si parla di medici, crede possa essere la soluzione per colmare la carenza di personale?
«Questa per me non è la soluzione perché i medici a gettone hanno costi più elevati ma non lasciano nulla, è un’attività mercenaria. Spingerei sul reclutamento con assunzione, attraverso i concorsi, perché un dirigente assunto è un buon investimento, una risorsa per la struttura che lo assume. Come Uil siamo contrari all’assunzione a tempo determinato o addirittura a gettone ma optiamo per assunzioni perché così si risolverà per lunghi anni il problema dell’assunzione».