di Erika Noschese
Fondi del Pnrr per rivedere la sanità locale, offrire un concreto slancio ma, soprattutto, dare respiro agli ospedali e ai pronto soccorso, in questo momento in forte fase critica. La provincia di Salerno è al lavoro per la realizzazione di case e ospedali di comunità affinché si possa davvero puntare sulla medicina territoriale. Lo ha assicurato il dottor Primo Sergianni, direttore sanitario dell’Asl di Salerno: «Relativamente alle progettazioni siamo quasi in dirittura d’arrivo. Noi con i fondi nazionali del piano di ripresa e resilienza abbiamo realizzato, per Salerno, 33 case di comunità, otto ospedali di comunità e 13 cot, ovvero centrale operativa territoriale – ha dichiarato il direttore sanitario dell’Asl – Sono distribuite in maniera omogenea in base alla densità abitativa del territorio, su tutta la provincia di Salerno e stiamo mandando i progetti definitivi a livello regionale poi saranno mandate al ministero». Saranno una rivoluzione all’interno dell’assistenza territoriale, prevedo un’assistenza h24 per le case di comunità di tipo A, ci saranno poi le h12 con le cot ma coperta sempre dalla continuità assistenziale. Saranno dotate di servizi essenziali, soprattutto a livello territoriale, specialistica ambulatoriale, medicina generale, piccola diagnostica, tutto ciò che riguarda la prevenzione, dagli screening alla vaccinazione ma sarà soprattutto punto di riferimento per la popolazione locale relativamente al loro fabbisogno assistenziale immediato. «Per quanto riguarda le case di comunità è un’altra organizzazione di notevole importanza, dovrebbero fare da filtro tra gli ospedali e quei soggetti che non possono essere domiciliarizzati immediatamente, sia per quanto riguarda la questione relativa allo stato di salute sia nel caso di persone sole che hanno bisogno di assistenza e dunque non possono essere dimesse – ha aggiunto il dottor Primo Sergianni – In questi ospedali di comunità ci saranno organizzazioni infermieristiche, medici specialisti, medici di medicina generale che hanno l’obiettivo di stabilizzare il paziente, renderli autonomi per quanto possibile. La cot sono una sorta di coordinamento tra tutti i servizi territoriali offerti in quella zona all’utenza e devono coordinarsi dunque con case e ospedali di comunità, specialistica ambulatoriale territoriale per garantire un percorso assistenziale appropriato e adeguato ad ogni singolo cittadino». Dunque, progetti già avviati che saranno presentati a breve prima di dare il via ufficiale alla realizzazione di queste strutture sanitarie che dovranno ridare slancio alla sanità pubblica in un periodo di forte difficoltà.