Conservatorio di Musica “G.Martucci” No-limits nel nuovo triennio che andrà a condurre. “Dal 2009 la nostra istituzione ha conquistato spazi, ha stretto collaborazioni in campo internazionale ed è il primo in Italia per offerta pop e jazz”
Di Olga Chieffi
Due giorni di Open Day al Conservatorio di Musica “G.Martucci” di Salerno, con un’ invasione di scolaresche intervenute sin dalla Calabria, a “vedere” cosa li attenderà qualora vogliano intraprendere la carriera di musicisti. Ai giovanissimi che hanno varcato ieri e oggi, per la prima volta quelle scale, le stesse che hanno scritto pagine prestigiose nella storia della musica e della didattica nazionale e internazionale, con il liceo musicale annesso all’Istituto Umberto I, in cui l’attuale istituzione affonda le radici, non possiamo che donare il buon viatico attraverso la via indicata da Richard Strauss in esergo all’ “Also sprach Zarathustra”: “La musica ha sognato per troppo tempo, adesso vogliamo svegliarla. Eravamo sonnambuli: vogliamo diventare sognatori svegli e coscienti”. Parole-talismano che riserviamo anche a Fulvio Maffia, rieletto direttore del Martucci, che abbiamo incontrato ieri al suo posto di comando.
Tanta fiducia per Fulvio Maffia, ancora direttore del Conservatorio “G.Martucci” di Salerno. Quanto è cambiata la nostra istituzione dal suo sbarco da commissario nel 2009?
“Dovrebbe relazionarci Lei, unitamente alla cittadinanza, essendo il conservatorio la massima istituzione musicale di Salerno e della provincia, unico baluardo universitario cittadino e voi tutti testimoni e critici di questo cambiamento. A mio parere, dal 2009 il Conservatorio con i suoi allievi e docenti ha conquistato il tessuto culturale della città attraverso concerti, festival, partecipazioni ad ogni evento prestigioso di Salerno e della sua provincia. Siamo, insomma, scesi da quel colle al quale tanti guardavano anche con certa diffidenza, rendendo forte l’asse col teatro Verdi che, da tre anni, saltando l’era covid, ospita nostre produzioni in cartellone, oltre che vantare ben 34 convenzioni con varie associazioni nell’intera provincia”.
Quali sono le priorità per questo ultimo mandato?
“Con la crescita della popolazione scolastica, certamente la priorità di affiancare e supportare il gran lavoro che sta facendo il Presidente Luciano Provenza, il quale ha strappato, col suo perseverare nelle “quotidiane” richieste all’amministrazione comunale, la delibera per sciogliere la concessione, stavolta dell’intero complesso di San Nicola, non solo del corpo centrale che già il Sindaco Alfonso Menna concesse per 99 anni, ma oggi degli interi cinque piani di cui è composto il fabbricato, per 19 anni, in cambio dei lavori di ristrutturazione. Quando si darà il via a questi lavori si dovranno chiudere i piani sui quali si andrà ad effettuare la ristrutturazione e programmare con attenzione le lezioni, poiché sarà impossibile ottenere una sede temporanea, come nel periodo in cui ci spostammo in via Bottiglieri. Anche per l’auditorium è vicino l’incarico di gestione. Le sale, oltre l’anfiteatro centrale da 350 posti, sono due una da 200 e l’altra da 100 posti. Si può far di tutto lì, dalle conferenze, ai concerti, alle masterclass, oltre che registrare con mezzi stellari, al momento chiusi sotto chiave”
Luci ed ombre nel passaggio dal vecchio ordinamento con cui l’intera classe docente si è formata e questo nuovo che, guarda sì all’Università, ma inquadra in ore e minuti una recherche, quale quella musicale che, a nostro parere, non può esserlo
“Tempus non fugit quando si tratta di tutte le arti. Sono d’accordo con Lei, la riforma che avrebbe dovuto trasportare la scuola del “come”, un finissimo mix tra artigianato ed arte, a quella del “perché”, ovvero alla piena consapevolezza di ciò che si fa ad eseguire, oltre la prassi esecutiva, con le tante materie aggiunte, per andare a conquistare il serto d’alloro, ha abbassato il livello pratico, poiché a voler frequentare, secondo i canoni, la nuova scuola, ma non penso solo al conservatorio, non basterebbero le 24 ore di una giornata. Le accademie puntano sull’evento sulla spettacolarizzazione, quindi, prove frequenza, performance e sparisce quel momento in cui sei solo con lo strumento a sfidarti e sfidarlo per ore e ore. Ma sono un direttore e al decreto del 1999 del Ministero non posso che dire sì. Un decreto che ha allargato sicuramente la visione e la partecipazione di quanti intendono intraprendere questa carriera e che i docenti riescono sempre ad indirizzare sui giusti binari, equilibrando il tutto”.
Siamo in un Conservatorio sempre più internazionale. Studenti ed insegnanti volano in ogni dove coi progetti Erasmus…..
“I numeri dei nostri progetti Erasmus vanno sempre più implementando, grazie al timoniere Ernesto Pulignano, che vanta 72 unità di movimento in entrata e in uscita. Si è andato ben oltre le abituali pratiche di studio al Martucci con il partenariato con i teatri di Tirana e Varna, ove i nostri allievi vanno a fare formazione orchestrale, partecipando alle loro produzioni, dopo severe audizioni, in qualità di professori d’orchestra. Aperta anche la strada per l’Inghilterra dove siamo andati ad eseguire lo Stabat Mater di Pergolesi”.
“Tutti quanti vogliono fare jazz!” canta Scat Cat, il pianista degli Aristogatti, una sezione lanciatissima quella del Jazz-Pop, che ha una ampia prospettiva, grazie anche all’ istituzionalizzato festival che prenderà il via il 19 maggio”.
“Si siamo alla XIII edizione del Festival Pop-Jazz che accanto a nomi quali Paolo Fresu, Ron e Marco Zurzolo, vedrà esibirsi i nostri studenti, grazie alla grande tradizione salernitana. Una scuola quella del jazz che proprio io avviai nel 2009 e che oggi è la prima in Italia per offerta. Ma non tutti vogliono fare jazz, anzi, la richiesta è fortissima per i corsi di tradizione con oltre 700 domande di ammissione, in particolare per il clarinetto.
Fiore all’occhiello dell’ istituzione è certamente la sua orchestra, da due anni in cartellone al Verdi, con il quale l’asse e la collaborazione sono finalmente realizzati.
“Si, l’orchestra che da due anni a questa parte troviamo in buca al teatro Verdi, grazie alla fiducia di Daniel Oren, protagonista sia del serale che del progetto educational per il pubblico del futuro, insieme al coro del conservatorio ai nostri cantanti e a nomi prestigiosi del mondo della lirica. Si è esordito con “Die Lustige Witwe” nel 2019, poi gli anni bui del Covid, e siamo ritornati nel golfo mistico lo scorso anno con “Il barbiere di Siviglia”, mentre quest’anno l’8 e il 10 dicembre proporremo “Cavalleria Rusticana” e “Suor Angelica”. Devo questo exploit a Stefano Pagliani, violinista e direttore, che ha rimesso su la sezione archi, che vedremo all’opera il 10 giugno con la prima sinfonia di Johannes Brahms e il concerto per violino di Max Bruch, ma, in particolare, al docente di esercitazioni orchestrali, Jacopo Sipari di Pescasseroli, che sa essere maestro autorevole, non semplice a trovarsi, un punto di riferimento per i suoi allievi, dentro e fuori dell’aula, coi quali è riuscito a far gruppo compatto, squadra, grazie alla coerenza e capacità di svolgere al top il suo ruolo, con grande generosità, coinvolgendoli, quindi, affascinandoli col suo esempio.