Sarà stata la gioia per la vittoria del campionato oppure lo show sotto la curva sud, ma un Claudio Lotito così disteso e gioviale si era visto raramente finora a Salerno. Sorriso sulle labbra, volto disteso ed in vena di battute, il patron ha inscenato in sala stampa un vero e proprio show: «Ah lei mi paga la cena? -ha chiesto a Tommaso d’Angelo- Sarebbe la prima volta che qualcuno a Salerno paga… Ho appena speso altri 23mila euro al Comune per la tassa sulla pubblicità, oltre al fitto per l’Arechi. Ci voglio anche stare, ma ho bisogno di stimoli per continuare». Solito tema, umore diverso, quindi…: «Capisco la crisi, ma credo che diecimila tifosi come oggi possono starci in tutto il campionato la prossima stagione. Che stimoli posso avere se non c’è almeno questo? Qua io vengo volentieri, c’è il sole, se magna bene, però alla fine ci vuole quel quid in più per giustificare i tanti investimenti fatti. Perchè sennò, daje e daje, si fa il salto della quaglia. Faccio l’esempio della vacca: se la mungi troppo rischia di prendere la tubercolosi, se la mungi troppo poco, invece, rischia la mastite. Nelle cose ci vuole il giusto». Dall’argomento presenze allo stadio a quello del rapporto con l’amministrazione comunale il passo è breve: «Le due condizioni più importanti che dovranno verificarsi sono il pubblico numeroso ed avere finalmente un centro sportivo di livello. So che l’amministrazione comunale sta ultimando i lavori, noi attendiamo che ci venga concesso l’utilizzo attraverso una convenzione. Ora però la struttura è stata messa in vendita – ha rivelato Lotito- compresa l’area che la comprende e così vedremo come andrà a finire questa storia. Ora però pensiamo a una cosa per volta». Eh già, perchè ora c’è da allestire una squadra che provi a vincere il terzo campionato di fila: «Ora faccio come fa la gente di Salerno: non mi accontento mai. Vorrei diecimila persone ogni domenica per sentirmi appagato e costruire una squadra competitiva. Prima però dobbiamo vincere le prossime tre gare perchè pretendo il primato e anche la Supercoppa, trofeo a cui tengo molto». Poi il patron si è tradito sulla metafora dantesca: «Ora siamo tra gli ignavi, la B rappresenta il Purgatorio e la A il Paradiso. Anzi no -si corregge Lotito- ora siamo saliti nel Purgatorio della C1, la B è il Paradiso e la A l’Empireo». Una meta che Lotito considera irraggiungibile per la Salernitana? «Vogliamo far parte delle società blasonate con una storia importante che, caso unico al mondo, abbiamo ricomprato dopo soli otto mesi. Non faremo come il Sassuolo che vince ma che ha pochi tifosi, io voglio il massimo». Per ora però niente doppio salto: «Non vi basta mai niente -ha concluso Lotito- è il sole che vi stimola troppo».
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