Ruggi, De Simone: “C’è ancora chi ha il coraggio di parlare d’efficienza con scene da terzo mondo” - Le Cronache
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Ruggi, De Simone: “C’è ancora chi ha il coraggio di parlare d’efficienza con scene da terzo mondo”

Ruggi, De Simone: “C’è ancora chi ha il coraggio di parlare d’efficienza con scene da terzo mondo”

di Erika Noschese
«E c’è ancora chi ha il coraggio di parlare di efficienza in una regione che presenta scene da terzo mondo nei pronto soccorso?». Esordisce così Andrea De Simone, ex parlamentare salernitano da sempre attento alle questioni relative alla sanità pubblica e in particolar modo l’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona in questi mesi al centro delle polemiche per una serie di episodi non di poco conto, tra morti sospette e lunghe file per le ambulanze. «Le tv nazionali documentano le drammatiche condizioni in cui versa il pronto soccorso del Cardarelli: pazienti costretti a restare in barelle fino a dieci giorni in attesa di un ricovero – ha dichiarato De Simone – La stessa situazione si verifica negli ospedali della nostra provincia: al S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di San Leonardo si notano le ambulanze in fila che sostano per un’intera giornata davanti al pronto soccorso dell’azienda ospedaliera. Ai pazienti sono garantite le prime cure solo grazie alla buona volontà e professionalità di medici ed infermieri. Possibile che non si trovi il modo per concordare, nel rispetto del delicato lavoro degli operatori, una modalità per consentire ad un familiare di assistere il proprio congiunto e di avere informazioni sulle sue condizioni? Anche a me è capitato di recente. Gli operatori sono stanchi e disperati e non solo nei pronto soccorso ma in tutti i comparti. Ad essi dobbiamo esprimere l’apprezzamento della città ed il sostegno politico alle giuste rivendicazioni sindacali relative al potenziamento degli organici, alla riqualificazione delle attrezzature, agli incentivi per chi opera in condizioni di gravi difficoltà». E poi l’attacco ai vertici di Palazzo Santa Lucia: «La “pubblicità ingannevole” della Regione parla di efficienza in un settore delicato. In Campania manca un coordinamento tra servizi sanitari territoriali e strutture ospedaliere; si costringono i pazienti, che potrebbero ricevere prestazioni a casa a ricorrere ai pronto soccorso; non si riduce la spesa per i ricoveri fuori regione; prevenzione ed integrazione sono parole sconosciute e dunque si affrontano solo le patologie più gravi; si favoriscono e lo dimostrano le recenti inaugurazioni, i “privati convenzionati” a discapito delle strutture pubbliche. Nelle Tv regionali compaiono, tra i partecipanti al taglio del nastro di un centro privato, medici di strutture pubbliche, premiati solo per fedeltà e non certo per professionalità. Si creano “reparti ad personam”, si mortificano i più bravi. Di quale “buona sanità” parlano i responsabili della Regione? Eravamo ultimi dieci anni fa e restiamo ultimi con l’aggravante di aver perduto tempo prezioso per risalire, bruciato risorse, mortificato professionalità straordinarie costrette a lasciare o a fare altre scelte – ha poi aggiunto l’ex parlamentare – La notizia diffusa da Cronache crea allarme e preoccupazione: Salerno non deve perdere una struttura di eccellenza; i migliori non devono lasciare o essere costretti a lasciare. Serve una mobilitazione straordinaria dell’intera città per fermare chi sfascia la sanità». E mentre la sanità pubblica viene nuovamente calpestata, l’azienda ospedaliera universitaria sborsa più di 20mila euro per l’attività di assistenza religiosa nei mesi di maggio e giugno 2022 per sole tre strutture: il Da Procida, il Fucito di Mercato San Severino e lo stesso Ruggi