di Arturo Calabrese
L’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento continua a far parlare di sé. Lo fa per vari aspetti che sanno di complottismo ma su cui sembra si posso discutere, potendo gli stessi non essere molto lontani dalla realtà Il dato di fatto è che Franco Alfieri non puiò essere uno e trino: al momento è, in ordine meramente cronologico, sindaco di Capaccio Paestum, presidente dell’Unione e presidente della Provincia di Salerno. Se per il primo e il terzo incarico non può esserci incompatibilità perché essere primo cittadino è requisito fondamentale per essere eletti alla guida di Palazzo Sant’Agostino, lo stesso non può dirsi per l’incarico di mezzo. È un conflitto d’interessi tra palazzi: chi siede a Palazzo Baronale De Conciliis di Torchiara, sede dell’Unione, non può fare altrettanto con il salernitano Palazzo Sant’Agostino. Alfieri deve dunque decidere di quale dei due lasciare le chiavi e con ogni probabilità la scelta ricadrà sul palazzo unionale. A questo punto, la scelta di entrare nell’ente sovraccomunale da parte di Albanella non sembra più un caso, ma assume lo squisito sapore di un tempismo perfetto. Per la successione ad Alfieri, si potrebbe pensare al nome del sindaco del centro della Valle del Sele Renato Iosca. Ciò sarebbe senso alla delibera di consiglio e soprattutto significherebbe una forte apertura verso un territorio, quello del Sele e degli Alburni, che si tenta di unificare e annettere. La vox populi si fa sempre più concreta e vuole proprio Iosca come nome per il dopo Alfieri, ma quanto c’è di vero? Tutto o forse nulla, solo il tempo darà ragione o torto. L’unico dato di fatto è che dovrà esserci un dopo Alfieri e che la successione dovrà essere votata dal consiglio dell’Unione dei Comuni, formato da consiglieri di maggioranza e di minoranza dei dodici comuni afferenti.
Il consiglio
Da diverso tempo, il consiglio dell’Unione non viene convocato e ad oggi mancano le elezioni dei nuovio consiglieri usciti dalle urne del 12 giugno scorso. Tra essi vi sarà Raffaele Pesce, consigliere comunale di Agropoli molto combattivo, forse troppo per gli scranni unionali. Già eletti, Marzia Chirico di Lustra e Raffaele Marciano aspettano il terzo per formare un trio d’opposizione, un gruppo di minoranza che è mancato fino ad ora. I tre moschettieri si dicono già pronti a dare battaglia in un ente che ha perso la sua natura iniziale, cambiando i connotati della sua primigenia e cioè quelli di un’alleanza tra piccole realtà. Iosca, qualora dovesse davvero diventare presidente dell’Unione, si troverà a combattere contro i tre consiglieri che sicuramente daranno filo da torcere alla dirigenza.
E Castellabate?
Per il centro di “Benvenuti al Sud” c’è da fare un discorso a parte. Il sindaco Marco Rizzo è dichiaratamente vicino al PD, il partito di Alfieri e colleghi. L’ingresso nell’Unione sarebbe cosa scontata ma al momento l’ipotesi è tramontata, sembrerebbe per frizioni interne alla maggioranza. Qualche merito deve essere dato anche alle minoranze, “Castellabate nel Cuore” e “Castellabate al Centro”, che hanno pressato gli amministratori.