Non si placano le polemiche sull’ingresso di Albanella nell’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento. Hanno da ridire, infatti, sia i consiglieri di minoranza del comune della Valle del Sele e sia quelli dell’ente sovraccomunale. Ad Albanella, alza la voce Aldo Guarracino che punta l’attenzione sulla delibera di consiglio con cui l’Ente ha deciso l’adesione all’Unione.
«Il presidente del consiglio Antonella Maraio (parente del segretario del Partito Socialista Italiano Enzo Maraio, ndr) ha portato avanti la votazione dei rappresentanti consiliari in maniera non corretta – dice – la minoranza doveva indicare un suo nome da mandare all’Unione, cosa che non è stata fatta perché a noi consiglieri sono stati proposti dei nomi calati dall’alto. È stato eletto Antonio Marra, ma sto riflettendo, insieme ad altri colleghi, di ricorrere al Tar e impugnare la votazione». Guarracino ha votato favorevolmente l’ingresso di Albanella, ritenendo importante la condivisione di servizi che l’Unione garantisce ad un medio comune come lo stesso centro oggi nell’occhio del ciclone. Il consigliere, dunque, rivendica una corretta votazione e dichiara che, qualora fosse stato eletto, avrebbe valutato se sedersi in minoranza o in maggioranza solo una volta entrato in consiglio e appurata la situazione.
Nel Cilento, intanto, i malumori crescono. Marzia Chirico, consigliere unionale in rappresentanza di Lustra, interviene sulla questione, bocciando la novità: «Con l’ingresso di Albanella nell’Unione dei Comuni andrebbe svilita l’identità dell’ente stesso – ragiona – un ente costituito per raggiungere finalità inerenti a quei territori accumunati da una stessa identità geografica, culturale e storica alla quale il comune di Albanella non appartiene non essendo situato nell’area territoriale del Cilento». Dello stesso avviso è Raffaele Marciano, consigliere di Laureana Cilento, che negli ultimi tempi è stato il Don Chisciotte cilentano, combattendo da solo contro il sistema.
«I tempi sono maturi – dice – e quando ce ne sarà data la possibilità costituiremo un gruppo di minoranza insieme ai colleghi Chirico e Pesce. Va bene la partecipazione collettiva, ma centro come Agropoli e Capaccio Paestum non possono coesistere nello stesso ente con i piccoli centri da cui proveniamo. Sì all’Unione – aggiunge – ma senza i grandi centri. Da soli non andiamo da nessuna parte ed è doveroso unirci tra piccole realtà, ma allargare così tanto i confini è un qualcosa di assolutamente deleterio». Il Pesce citato da Marciano è quel Raffaele eletto ad Agropoli, rappresentante di “Liberi e Forti”, che da tempo denuncia la non convocazione del consiglio dell’Unione durante il quale i consiglieri eletti il 12 giugno scorso dovrebbe entrare nell’assise.
«Le sedute mancano da troppo tempo – si chiede – perché ciò accade?». Se questa è la situazione dei consiglieri, discorso a parte va fatto per il presidente dell’Unione. Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia, dunque uno e trino, può continuare a guidare un Ente che sulla carta potrebbe ricevere fondi dalla Provincia? All’orizzonte sembra stagliarsi l’incompatibilità, ma anche questo aspetto potrebbe essere discusso in seduta consiliare, qualora essa dovesse tenersi.