Grieco e l'arte del caffè - Le Cronache
Attualità

Grieco e l’arte del caffè

Grieco e l’arte del caffè

Di Andrea Orza

 Il rituale del caffè entra a buon diritto nella gestualità quotidiana delle famiglie italiane. La grammatica del Bel Paese nel mondo è fatta di pochi elementi, ma essenziali: l’espresso è uno di questi. La controversa economia contemporanea, molto spesso, offre vantaggi sulla produzione massiva tralasciando l’esperienza qualitativa del cliente. In controtendenza, “Grieco”, l’industria del caffè dal 1952, propone miscele dalla vocazione autenticamente italiana. Il giovane Alfonso veicola oggi il messaggio del nonno, al fianco del padre Vincenzo, tramandando ancora una volta la memoria familiare al grande pubblico.

Il caffè Grieco vuole tramandare un’esperienza gustativa differente. Qual è la firma del vostro prodotto?

 

“Sicuramente il tratto che ci contraddistingue del nostro caffè è tuttora la tostatura a legna. Quest’ultima dona una piena tostatura e un gusto omogeneo singolare. La legna permette un ottimo controllo del calore derivante dalla tostatura, e cuoce il chicco verde sia dentro che fuori.”

 

Le aziende familiari rappresentano un autorevole esempio di permanenza nel mercato locale. Con i continui saliscendi economici, attualmente a quali aspetti bisogna fare attenzione?

 

“La proprietà familiare rappresenta un valore aggiunto per le aziende. Si opera in una realtà segnata da legami di sangue, dove il confronto è più diretto e l’allineamento dei valori è legato alla storia e tradizione. Dal connubio di questi elementi si avrà un modello vincente.

Particolare attenzione va riservata al territorio, la cui conoscenza e vicinanza incidono sulla volontà di ridurre l’impatto ambientale delle produzioni; i business familiari continueranno ad investire in sostenibilità dopo la crisi legata alla pandemia.

Altro aspetto su cui soffermarsi è la pianificazione del passaggio generazionale tale da garantire continuità ed innovazione. Creare,sviluppare e adottare nuovi meccanismi di governance può contribuire a migliorare le prestazioni, nonché soddisfare le aspettative dei membri della famiglia.”

 

 

Com’è mutata la clientela negli anni?

 

“La clientela sta cambiando abitudini e sta diventando più competente: vuole spendere meno e spendere meglio. Inoltre, sempre più persone sono alla ricerca di realtà aziendali che offrano qualità e sostenibilità.”

 

Oltre lo stereotipo del caffè espresso e la proverbiale moka dopo i pasti, a quali cambiamenti va incontro il consumo di questa bevanda?

 

 

“Anche nella patria dell’espresso e della miscela di caffè si respira un’aria di cambiamenti. In quale direzione? Quella del caffè gourmet, per esempio, da gustare in monorigine, meglio se specialty.
Più sensibili e attenti alla qualità della materia prima ma anche incuriositi dalle tendenze internazionali, baristi e consumatori sono più disposti a “osare”. Si fanno strada tostature più chiare, che esaltano l’acidità e mantengono uno spettro aromatico più ampio, adatte anche alle estrazioni alternative come filter coffee, syphon, aeropress e french press. Così la moderna caffetteria diventa il luogo in cui concedersi il “lusso” di un’esperienza diversa: un caffè non più da prendere al volo, ma da contemplativo e da gustare. E mentre nasce tra i più giovani il culto estetico della bevanda, trasformata in un’opera d’arte anche molto scenografica dai maestri della latte art, i baristi sono più interessati a formarsi sulla filiera del caffè e sui diversi modi di prepararlo e presentarlo al cliente. Magari arrivando a proporre un caffè tostato fresco, al momento, o un cocktail al caffè di propria invenzione o un drink “cold brew”, il caffè estratto a freddo che si trova oggi anche in bottiglia.
Infine, un’ulteriore tendenza riguarda l’affermazione del monoporzionato, con la ricerca di caffè in cialde e capsule sempre più equiparabili alle preparazioni dei bar.”