La notizia girava da tempo ma, probabilmente, era stata sottovalutata un po’ da tutti. La delocalizzazione della filiale della Bper (Banca popolare dell’Emilia-Romagna) dalla centralissima via Matteo Ripa a Santa Cecilia, frazione ebolitana distante circa 12 chilometri, ha creato malumori e disagi. Tra la clientela, certamente, gli operatori finanziari stessi oltre che tra il non piccolo indotto che la presenza di una agenzia riusciva comunque a garantire in città. Nelle ultime ore si parla di circa cinquanta, sessanta clienti che di botto hanno deciso di chiudere conti e rapporti con l’istituto bancario. Il perché rimanda prima di tutto alla scomodità causata dalla scelta della proprietà di andarsi a posizionare così distante dal centro cittadino, circostanza che ha reso più tesi i rapporti tra l’utenza e la stessa banca. Oggi, a distanza di alcuni mesi, i nodi cominciano a venire al pettine e più di una persona inizia a interrogarsi sulla convenienza che ne abbia tratto l’istituto bancario nell’effettuare tale scelta. Pare, infatti, che la decisione sia piovuta d’improvviso, quasi senza spiegazioni formali o sostanziali che ne giustifichino la direzione. La proprietà dell’immobile, ovviamente, ha accusato il colpo e non è da escludersi che la faccenda finisca a carte bollate benché le garanzie contrattuali stiano ancora producendo gli effetti: sì, ma fino a quando? E’ questo il punto ma, trattandosi di una vicenda sostanzialmente privatistica, finirà come finirà. L’interesse pubblico, pur ferito da questa improvvisa decisione, sarà costretto a cedere il passo alle logiche aziendali: ciononostante, il disagio arrecato a un pezzo importante dell’utenza va qualificandosi come una sorta di lesione collettiva che non mancherà di avere nuovi strascichi polemici. Fonti interne all’istituto raccontano della presunta irragionevolezza della delocalizzazione, nel senso che già dal numero di dipendenti occupati nel centro ebolitano si poteva ricavare l’idea delle dimensioni del bacino d’utenza rispetto a quanto, oggi, si registra nella pur dinamica realtà economica della frazione ebolitana. A Eboli centro ci sono (c’erano) 6/7 impiegati, direzione compresa, a Santa Cecilia soltanto due, segno che il volume di lavoro è ridotto. E, su questo specifico dato, le nuove tecnologie che “ammazzano i lavoratori” rendendo non necessaria tanta manodopera, c’entrano fino a un certo punto. Nei mesi scorsi qualcuno ha anche provato a protestare contro questa decisione di vertice dell’istituto bancario emiliano ma la cosa è passata inosservata, quasi si trattasse di una faccenda minore. Forse è così, sta di fatto che la vicenda ha aggiunto malumore a malumore già esistente tra diverse fasce della clientela. Che, oggi, viaggia spedita verso altre banche, ben liete di accogliere questa piccola manna.
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