La XXV edizione de’ I concerti d’Estate di Villa Guariglia, chiude questa sera con un omaggio a Nino Rota e una presentazione di libri Noir prevista per le 19.
Di Olga Chieffi
Gran finale questa sera, per la XXV edizione de’ I concerti d’Estate di Villa Guariglia, nell’abituale cornice dell’area etrusco-sannitica di Fratte. Concerto con un preludio dalle tinte noir firmato dal “SalernoNoir Festival” con “Le Notti di Barliario”. Alle ore 19 dialogo a quattro voci organizzato dall’Associazione Porto delle Nebbie con Elvira Morena che presenterà Le solite Notti, Marlin, Mauro Valentini per Cesare in libreria per Armando Editore, Marco Peluso per Piciul, della Linea Edizioni e Lorena Lusetti con Nemmeno Le ossa, edito da I Gialli Damster. Si procederà, quindi, intorno alle ore 21, con il concerto all’Area Archeologica di Fratte de “I Solisti della Salerno Sinfonietta” in “Nino Rota – La dolcevita del Cinema” da Eduardo a Visconti e Monicelli, dalla musica colta ai successi con Fellini e F.F. Coppola. Protagonista un settimino che schiererà Francesco Cirillo al flauto, Umberto D’Angelo all’ oboe, Giovanni Liguori al clarinetto, Fabio Marone al fagotto, Alfonso Pisacane al corno, Stefano Rinaldi alla tromba e Laura Mastrominico alle percussioni con Sergio Mari, in veste di narratore. Nino Rota, nel corso della sua lunga carriera, collaborò con numerosi registi di fama internazionale come Luchino Visconti, King Vidor, Eduardo De Filippo, Mario Monicelli, René Clément, Franco Zeffirelli e in particolare Federico Fellini, per il quale compose le colonne sonore di quasi tutti i film tra i quali “La strada”, “8½”, “La dolce vita”, “I vitelloni” e “Amarcord”. Rota vinse nel corso della sua carriera anche un Golden Globe, un Premio BAFTA, un Grammy Award, un David di Donatello e cinque Nastri d’argento. Il nome di Nino Rota è universalmente legato alla ricchissima produzione di musica da film, che lo ha reso uno dei più popolari ed amati compositori italiani del nostro secolo. Oltre centoquaranta le pellicole delle quali Rota ha firmato la colonna sonora. Meno conosciuta, invece la produzione non filmica del compositore milanese, peraltro assai vasta ed estremamente variegata dal punto di vista dei generi, dal balletto alla musica sacra, dall’opera teatrale, alla letteratura cameristica, dai pezzi facili per l’infanzia alla produzione di musica sinfonica o per strumento solista e orchestra. Da quando il cinema è divenuto sonoro, dal 1927, la questione dei rapporti, o meglio delle interrelazioni con la musica, sia come “supporto” delle immagini, sia come elemento di congiunzione semantica delle immagini stesse, montate tra di loro secondo determinati percorsi drammaturgici e narrativi, ha costituito uno dei temi ricorrenti della produzione e della realizzazione dei film, e più ancora della loro fruizione da parte del pubblico, soprattutto sul piano pratico, ma anche, a volte su quello teorico. Nino Rota è uno dei massimi rappresentanti e tra i più amati compositori per musica da film, tanto che nel 1999 Mario Monicelli gli ha reso omaggio con un documentario, “L’amico magico: il maestro Nino Rota”. La sua produzione pianistica, cameristica, sinfonica si fece apprezzare per il delicato fluire musicale, talvolta ingiustamente scambiato per semplicismo, lontano da ogni vezzo avanguardistico, ma nemmeno inconsapevole della lezione novecentesca di Igor Stravinskij, Erik Satie e Kurt Weill. Nino Rota trasferì queste stesse ragioni estetiche nel cinema con una prolificità sorprendente (compose oltre centocinquanta colonne sonore) e risultati mai corrivi, bensì, al contrario, sospesi in un’aerea grazia, che divenne l’ inconfondibile cifra rotiana. Senza dimenticare il grande rapporto Fellini-Rota, ricordiamo Il Gattopardo, Romeo e Giulietta e la trilogia de Il Padrino. Il Gattopardo, meraviglia cinematografica da ogni punto di vista, con la regia di Luchino Visconti è datato 1963. Il regista per questa pellicola chiese una sinfonia originale che contenesse i temi principali del film. Alla fine, scelta cadde su vecchie composizioni del musicista, che raccontando diversi momenti della storia ne rimarcavano l’atmosfera e lo spessore delle immagini. E chi può dimenticare la scena del valzer? Per la pellicola shakespeariana di Zeffirelli, invece, che chiuderà l’omaggio al compositore, Rota seppe ripercorrere con una preziosità delicatissima la stroficità modale delle canzoni a ballo rinascimentali, ritrovando quel senso della festa teatrale che aveva già espresso nel teatro lirico con un capolavoro di sottigliezza lieve e ironica come “Il cappello di paglia di Firenze”. Quella de Il Padrino (primo film 1972, di Francis Ford Coppola), è una colonna sonora diventata ormai un capolavoro assoluto della storia del cinema. Tra le più famose, è ancora oggi oggetto di interpretazioni in tutti i generi musicali. Il brano I Have But One Heart cantata da Al Martino è nell’intimo sentire di tutti noi. Con Eduardo De Filippo il rapporto fu intenso e prolifico, non ristretto solo al cinema, ma anche alla produzione lirica. Vediamo la firma di Rota nella colonna sonora della versione cinematografica di Filumena Marturano, Napoli Milionaria, Ragazze da marito, Fortunella. La musica e’ pura espressione dell’estetica di Nino Rota, ancorata ad una concezione immediata, ingenua e spontanea, che puo’ senz’altro prescindere da proposizioni teoriche e da forzate concettualizzazioni, fedele al primato della melodia e basato su di una tonalita’ del tutto priva di complicazioni armoniche e su ritmi e forme simmetriche e immediatamente percepibili, che condurra’ l’uditorio in un libero giuoco di associazioni, spaziante tra i diversi generi musicali, dalla canzone, al musical, all’aria, al puro sinfonismo.