di Arturo Calabrese
Emilio Malandrino è certamente tra i politici storici della città di Agropoli. Esponente di Forza Italia, annovera nel suo curriculum anni e anni di militanza che lo hanno portato ad aver un peso nelle dinamiche provinciali del partito. A lui, nella veste di coordinatore, si deve una delle poche vittorie nei collegi uninominali del centrodestra alle elezioni per il rinnovo del Parlamento nel 2018 quando, nella circoscrizione che comprendeva il Cilento, vinse Marzia Ferraioli, ai danni del favoritissimo Franco Alfieri. Oggi, si mette di nuovo in gioco e si candida alla carica di consigliere nella lista “La Nostra Agropoli” a supporto di Massimo La Porta che questa sera sarà in piazza Vittorio Veneto per un pubblico comizio. Cominciamo dall’inizio: perché la decisione di candidarsi? Più che ragionamento politico, ne è stato fatto uno civico per questa città. Agropoli ha bisogno di una svolta vera e di un cambio di marcia. Negli ultimi tre lustri, la città ha subito un feroce ridimensionamento. Da capitale del Cilento è diventata una città satellite il cui unico scopo è quello di pagare i debiti dell’Unione dei Comuni Paestum – Alto Cilento. Il turismo, quello vero che spende e fa girare l’economia, oggi va altrove. Un turista medio degno di questo nome si reca in quei posti dove trova servizi validi ed efficienti. Il turista vuole spiagge pulite ed accessibili, strade senza rifiuti, collegamenti su gomma nella città, punti informazione, luoghi da visitare, spazi per i bambini, parcheggi gratuiti o a prezzo convenienti. Chi decide di spostarsi per le vacanze lo fa per andare in un posto sicuro dove può vivere con tranquillità grazie a sistemi di videosorveglianza e una capillare presenza di forze dell’ordine atti ad arginare gli atti criminosi. Fatte alcune e rare eccezioni, Agropoli ha poco da offrire da questo semplice elenco e ciò deve metterci in condizione di porci qualche domanda la cui risposta è più che scontata. Per questi motivi, ho deciso di metterci nuovamente la faccia e affrontare un’altra campagna elettorale. Ha parlato dell’Unione dei Comuni. Qual è il Suo pensiero a riguardo? Un “no” a prescindere è sbagliato. L’idea di un consorzio tra vari enti è giusto e doveroso, ma in questo ragionamento Agropoli e Capaccio Paestum c’entrano poco. Un’Unione è utile e fondamentale per comuni simili sotto vari punti di vista o per piccole realtà che così facendo possono risparmiare sulle uscite, possono limitare le problematiche e possono anche avere maggiore accesso ai fondi destinati ai comuni dalla Regione, dal Governo centrale o dall’Unione Europea. Fondi stanziati ad hoc per le piccole comunità e che, nel caso di un consorzio con all’interno grandi enti, vengono fagocitati dal più grande lasciando ai più piccoli solo le briciole. Questa Unione deve essere rivista e infatti, tra le prime azioni di governo, metteremo in essere un’indagine per capire i pro e i contro della presenza di Agropoli, non escludendo di lasciare quella realtà qualora l’esito della valutazione dovesse essere negativa. In un recente intervento, ha detto che ad Agropoli devono tornare i consigli comunali… Certo. Negli ultimi anni, il consiglio comunale di Agropoli è stato solo un alzare di mani senza alcuna cognizione di causa e senza che i presenti capissero il significato di quel voto. Quelle sedute duravano pochi minuti e non si arrivava ad alcuna conclusione valida per la città. Quando sedevo in consiglio, ovviamente all’opposizione di chi ha governato quindici anni, ho spesso denunciato questo modus operandi che offende il popolo e deturpa la democrazia. Ricordo le assise di diversi anni fa, quando le frequentavo per pura passione giovanile, lunghe anche delle ore: si andava soltanto al raggiungimento di un accordo, nel pieno rispetto tra maggioranza e minoranza. Oggi non è più così. Agropoli vive in una cappa, vive una condizione di oppressione continua, ma la gente è stanca. In ultimo: perché votare per Lei e per la Sua coalizione? Agropoli e la sua popolazione hanno la possibilità di cambiare lo stato delle cose e voltare pagina. Dovrà essere una battaglia di civiltà nella quale noi combattiamo con poche risorse e senza usare metodi poco consoni ad una sana sfida elettorale. Purtroppo sta avvenendo anche questo, ma noi non ci arrendiamo né ci spaventiamo e andiamo avanti verso l’obiettivo di cambiare le sorti di questa città. Agropoli e gli agropolesi meritano di meglio e noi possiamo essere la valida alternativa.