Tutto sulla colonnina elettrica: tutte le info fondamentali - Le Cronache
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Tutto sulla colonnina elettrica: tutte le info fondamentali

Tutto sulla colonnina elettrica: tutte le info fondamentali

Ventiseimila punti di ricarica per le auto elettriche distribuiti su tutto il territorio da Nord a Sud. Almeno altri duemila in cantiere solamente per la città di Roma entro il Giubileo 2025. Numeri importanti, questi, che testimoniano come l’Italia si stia muovendo a grandi passi nel panorama europeo nel campo della mobilità sostenibile.

Infatti, come riporta Acea attraverso l’infografica “Tutto sulla colonnina elettrica”, l’Italia è attualmente al secondo posto in Europa per numero di stazioni di ricarica per ogni auto elettrica o ibrida immatricolata, con una crescita media annua di colonnine elettriche pari al 48,4%.

Il forte impegno dell’Italia nel settore della green mobility non si limita solamente all’installazione di un numero sempre più grande di punti di rifornimento di energia elettrica. L’obiettivo è anche quello di sviluppare nuove tecnologie in grado di offrire nuovi modi per ricaricare le vetture come, ad esempio, i sistemi ad induzione e i dispositivi off-grid.

In futuro non troppo lontano, quindi, gli automobilisti potrebbero così finire per trovarsi a fare un pieno di energia alle batterie del proprio veicolo senza dover utilizzare necessariamente il cavo di ricarica oppure adottando altri dispositivi come gli e-van, le stazioni mobili, i robot, il battery swap e i sistemi di accumulo con fonti di energia rinnovabile.

Ma non è tutto. Nei prossimi anni, grazie al progetto “Smart Road”, si punterà anche allo sviluppo di strade intelligenti attraverso l’installazione ai lati di esse delle cosiddette “Green Island”. Collocate ogni 20-30 km, queste isole saranno in grado di generare energia elettrica da fonti rinnovabili da utilizzare sia per la rete stradale che per i veicoli elettrici.

Il piano dell’Italia sembra chiaro: ridurre le emissioni di CO2 e rendere la penisola il più sostenibile possibile, intervenendo principalmente sulla mobilità. E non potrebbe essere altrimenti, dato che il 92,6% delle emissioni di gas serra provengono dal trasporto su strada.