di Marta Naddei Sarebbe bastato un parere negativo per liberare Fratte e la Valle dell’Irno dalle Fonderie Pisano. Ma quel parere fu favorevole e determinante per il rilascio dell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale, all’opificio di via Dei Greci il 26 luglio 2012 con il decreto dirigenziale regionale numero 149. Un via libera alla compatibilità urbanistico-edilizia (con la nota 98742 del 24 maggio 2012) della fabbrica dato dal Comune di Salerno che, insieme all’Università del Sannio – che curò il parere tecnico – partecipò alla Conferenza dei servizi (l’ultima il 27 giugno di quell’anno) utile al rilascio del provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto a determinate condizioni che devono garantire che lo stesso sia conforme ai requisiti previsti. Le uniche prescrizioni mosse da palazzo di Città riguardavano l’immissione delle acque reflue bianche nel fiume Irno: un richiamo a cui i proprietari delle Fonderie ottemperarno con l’installazione di alcune vasche. Sarebbe bastato un no del Comune di Salerno, un “la fabbrica lì non sta bene”, per dare una spinta all’avvio del processo di delocalizzazione e soprattutto al mancato rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale che – tra le altre cose – non tiene conto dei dati inerenti l’impatto ambientale antecedenti alla richiesta. Insomma, in quella circostanza il Comune di Salerno non avrebbe fatto ciò che invece avrebbe potuto, soprattutto se mosso da una concreta volontà di delocalizzare le Fonderie Pisano, come più volte annunciato dal sindaco Vincenzo De Luca e ribadito nell’incontro con il comitato “Salute e Vita”. E ieri, dai microfoni di Radio Alfa, il primo cittadino ha nuovamente lanciato una invettiva alla Regione, accusata di dire «cialtronerie». Dito puntato contro Giovanni Romano che ha affermato di non aver ricevuto risposta dal Comune per quanto riguarda l’installazione della centralina mobile nella zona della fabbrica: «Vengano al Comune, che gli firmo io l’autorizzazione» – ha detto De Luca. Intanto, ieri è arrivata la risposta del Governo all’interrogazione parlamentare presentata dai parlamentari salernitani a Cinque Stelle. Angelo Tofalo ha definito la risposta «priva di nuovi elementi utili alla risoluzione definitiva del problema. Parliamo di rischi concreti per la salute dei cittadini – prosegue – e il sindaco ripete le srtesse cose dette quasi 8 anni fa. Mi rendo comunque disponibile al confronto con chiunque per disinnescare questa bomba ambientale».
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