Gli imprenditori su aree pubbliche sono in ginocchio. “Due anni di pandemia avevano già causato danni irreversibili ma ora il rincaro dei carburanti ha inflitto il colpo mortale per le nostre aziende.” Lo denuncia Sebastiano Coco, Presidente Nazionale Ambulanti della Fenailp. Il commercio su aree pubbliche vive una forte crisi economica. “Molti colleghi non hanno più la possibilità di recarsi sulle aree mercatali, per i costi estremamente alti ed insostenibili del carburante. – dichiara Coco – Come per la pesca anche gli ambulanti utilizzano auto e furgoni a diesel o benzina ed il ricavato della giornata, dato il calo dei consumi, non copre le spese di viaggio. A questo va aggiunto l’aumento alla fonte dei prodotti commercializzati. Un vero disastro.” In Italia sono oltre 183mila gli ambulanti che operano sui mercati e costituiscono il 22% del totale delle attività commerciali, come è riportato dai dati elaborati da Unioncamere , se a questi numeri si aggiungono quelli l’indotto generato, i numeri sono da record. Un vero e proprio popolo che ogni mattina chiede solo di raggiungere le proprie postazioni e di lavorare. Gli imprenditori del settore, durante il carosello dei ristori, hanno ricevuto pochissimi aiuti , mentre gli ambulanti delle Fiere hanno incrociato le braccia per oltre un anno. “Le ultime analisi di mercato – afferma il Presidente Coco- avevano generato grandi speranze per la ripresa del nostro settore, ma ora la stangata degli aumenti hanno definitivamente distrutto ogni previsione di ripresa. A questo vanno aggiunte le pressanti richieste, da parte dei Comuni, del pagamento delle tasse senza possibilità di dilazione.” In molte regioni italiane aumentano le manifestazioni di protesta e molti ambulanti sono scesi in piazza per far sentire la propria voce e invitare il Governo ad adottare misure straordinarie per controllare se l’aumento dei prezzi trovi una giustificazione o sia frutto di speculazioni. “ Il conflitto inaccettabile a cui stiamo assistendo, conclude il Presidente della Fenailp Ambulanti, Sebastiano Coco, fa paura non solo per le nostre famiglie e per il nostro Paese, ma soprattutto preoccupa per le conseguenze relative agli aumenti delle materie prime che coinvolgono tutti i settori dell’economia dagli autotrasportatori, agli agricoltori, dagli allevatori alla commercializzazione di beni di prima necessità e soprattutto per il ridotto potere di acquisto delle famiglie causato dal caro bollette. Mi auguro che il Governo lavori in tale direzione. Si adoperi affinché, attraverso la diplomazia, cessino le armi e la morte di tanti innocenti, e che si possano riprendere le nostre attività”.
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