Sala del Confalone e spazi pubblici - Le Cronache
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Sala del Confalone e spazi pubblici

Sala del Confalone e spazi pubblici

di Michelangelo Russo

E’ di ieri la notizia che alle associazioni legate all’opposizione in Consiglio, alla presenza per di più della Vicepresidente del Consiglio Comunale e della Capogruppo Barone, è stata negata la saletta del Confalone a titolo gratuito. Il fitto della sala è infatti di 428 euro, e tutti, dico tutti, devono pagare. Logica ineccepibile, sotto certi aspetti, per cui la burocrazia comunale è formalmente inattaccabile. Come pure il diniego di patrocinio del Comune alla riunione. Ecco, diciamo, formalmente. Ma nella sostanza, non politica, ma meramente contabile, cioè la necessità di far cassa con le cose di proprietà del Comune, bisogna mettere dei punti fermi. E allora iniziamo dalle rendite gratuite dei beni comunali. Partiamo dal Palazzetto della Fondazione Menna, a due passi dal Comune, che dopo l’abbandono di Tringali sembra abbandonato come la Reggia di Caserta dopo l’arrivo di Garibaldi. Cara opposizione, visto che siete desiderosi di combattere, lasciate perdere la saletta del Confalone per le riunioni delle associazioni. Ma pretendete subito, e gratis!…., la sala della Fondazione, restaurata tre anni fa con i soldi del Comune e con cento posti a sedere. Nessuno può pretendere soldi dalle associazioni politiche o culturali, e vi spiego perché. La Fondazione Menna, creata nel 1993, era un ente culturale a totale partecipazione pubblica. Soci fondatori, oltre la vedova Menna, erano l’Università, il Comune e la Provincia. Per tale motivo gli uffici e la saletta dei convegni furono dati gratuitamente alla Fondazione per il perseguimento dei nobilissimi compiti di diffusione della cultura artistica contemporanea. Quindi, la Fondazione Menna non paga nulla al Comune, e nel 2019 ha avuto anche un contributo di qualche migliaio di euro per le spese, verosimilmente, di gestione. Ma, e qui viene il bello (e il Sindaco Napoli farà bene a rispondere, perché una risposta a qualcuno dovrà darla comunque), durante la presidenza Tringali, che è delegato ufficiale del Comune, la saletta della Fondazione inizia ad essere fittata per eventi associativi o presentazione di libri. Prezzi modici, s’intende, ma significativa è la monetizzazione di un bene comunale concesso gratuitamente dal Comune, che avrebbe dovuto dare il suo consenso al fitto. Non pare che sia mai intervenuto questo consenso, almeno fino al 20 dicembre del 2018, quando Tringali fa una vera e propria rivoluzione. Cambia lo statuto, fa un nuovo consiglio di amministrazione, e fissa i prezzi per il fitto della sala a 250 euro. Solo 150 euro, invece, per chi risulta iscritto all’Associazione Amici della Fondazione Menna. Il tariffario però si allunga: sala e terrazzo (quest’ultimo dato in esclusiva alla predetta Associazione, come un sorta di sub-concessione di un bene pubblico) saranno fittati anche per eventi privati (battesimi, feste danzanti, banchetti?) al prezzo complessivo di euro 1500 (così è scritto nella delibera, che per caso mi ritrovo tra le mani). Sia chiaro che tutto ciò è avvenuto senza alcun assenso preventivo del Comune, rappresentato però in assemblea da Tringali, poi diventato Assessore alla Trasparenza. Ricapitoliamo! Il Comune vuole dall’Opposizione consiliare 428 euro per la sua saletta del Confalone. Ma poi dà nel 2019 un contributo alla Fondazione Menna, che occupa gratuitamente la Palazzina del Comune, e che se la fitta senza dare nulla al Comune. E che succede? La fondazione Menna non solo riceve gratuitamente un bene del Comune, ma si fitta poi pure la sala intascando il fitto senza il preventivo permesso del Comune, a cui non dà nemmeno un soldo per il fitto di un bene comunale. E l’opposizione che aspetta a prendersi la Palazzina per le Associazioni, nel nome delle regole della democrazia? E il Sindaco Napoli qualcosa dovrà dire adesso alle opposizioni. Che devono presentare una interrogazione ufficiale! Se non hanno il coraggio di farla, la prossima volta non le faranno riunire nemmeno sul ballatoio del 3° piano del Municipio, ma nel sottoscala!