La regina che interpreta le “sfigate” - Le Cronache
Spettacolo e Cultura teatro

La regina che interpreta le “sfigate”

La regina che interpreta le “sfigate”

di Daniele Iannone

In occasione della rappresentazione teatrale dell’opera “Le Signorine” al teatro Delle Arti di Salerno, una delle due attrici protagoniste, la celeberrima Giuliana De Sio, ha accettato generosamente di lasciarsi intervistare dagli studenti di tre classi degli Istituti scolastici “Francesco Severi” e “Torquato Tasso”, poco prima della messa in scena. Le domande hanno inizialmente riguardato la commedia che è stata successivamente rappresentata, il racconto di due sorelle molto diverse tra loro. L’una, la maggiore, a detta della “signorina” De Sio “un’anziana bambina, avara di sentimenti, che spesso piange e sbraita come un’infante”, e l’altra, la minore, prigioniera dell’accidia della sorella maggiore. Per giunta l’attrice ha definito con tono ironico l’opera come “la tragedia di due non vaccinate”, avendo le nostre protagoniste contratto la poliomielite conseguente alla mancante vaccinazione. Una definizione facilmente riconducibile alla situazione sanitaria mondiale contemporanea, e che invita anche a continuare a sorridere, nonostante la disgrazia che il mondo sta passando (la pandemia di Sars Covid-19) così come ride lo spettatore delle sventure delle due “sorelline” di questa storia. Successivamente l’intervista ha proseguito sulla strada dell’esperienza recitativa della De Sio, e del suo rapporto con i vari personaggi che ha interpretato nella sua brillante carriera. “I personaggi che interpreto in genere non mi somigliano, non c’entrano con la mia personalità, con il mio carattere, ed è questo che amo di loro. Immedesimarmi in un personaggio simile alla persona che sono sarebbe noioso, non mi spingerebbe al di là del limite di sfaccettature che cerco sempre di superare”, ha affermato. Ma l’attrice ha anche lasciato che si conoscesse una chicca interessante della sua esperienza: “Effettivamente, se dovessi scegliere un carattere che sono brava ad inscenare, devo dire che mi diverto ad interpretare le sfigate, mi viene decisamente bene”. L’ultimo argomento affrontato è stato quello dell’esperienza teatrale in assoluto: “Non saprei spiegare che significa fare teatro”, rivela, “è lavorare tanto, è totalizzante”. Dunque, quando le è stato chiesto come definirebbe la sua arte in una parola, ha risposto così: “Non so se sono un’artista, non ne ho idea. Io mi convinco ogni tanto di essere un’altra persona, mi metto sotto un fascio di luce e la gente viene a vedermi. Loro ci credono e ci credo anche io”. Poi, si è lasciata andare ad una considerazione: “Il mio è un mestiere malinteso, frainteso e quindi sottovalutato in questo paese, per quanto facile appaia a chi non sa quanto sia impegnativo. E’ un mestiere nobile e utile, vorrei che la gente lo capisse a pieno”. Ma il bello dell’intervista è giunto nel momento in cui la stessa ha affermato “Mai abbattersi, bisogna sempre ottimizzare al massimo ciò che si fa. Ciò che conta è fare la differenza”, così da mettere in chiaro quanto l’attrice sia non solo orgogliosa della sua premiata carriera, ma in particolare decisa a continuare ad affrontare sempre a testa alta ciò che il futuro le riserverà.