Le Signorine: una piacevole tragicommedia - Le Cronache
teatro Spettacolo e Cultura

Le Signorine: una piacevole tragicommedia

Le Signorine: una piacevole tragicommedia

di Marco De Chiara e Stefano De Domenico

Il 12 e 13 febbraio è andato in scena al “Teatro Delle Arti”, lo spettacolo “Le Signorine”, un misto tra genere comico e tragico. Il teatro in cui si sono esibite le due protagoniste campane, Isa Danieli e Giuliana De Sio, rispettivamente di origine napoletana e salernitana, ha accolto, un pubblico numero e molto partecipe. “Le Signorine” è una tragicommedia realizzata dall’autore Gianni Clementi, messa in scena dal regista Pierpaolo Sepe e recitata da due attrici di altissimo livello, ovvero Isa Danieli e Giuliana De Sio che impersonavano rispettivamente Rosaria e Addolorata Allocca, due sorelle zitelle e zoppe. La rappresentazione si è svolta in due atti, il primo in cui prevale il genere comico e il secondo in cui a dominare è la corda drammatica, che provoca tristezza e angoscia. Le due sorelle possiedono personalità opposte. Rosaria è molto avara e cattiva, invece sua sorella minore Addolorata è succube di Rosaria, così tanto da portarla alla pazzia e all’avversione del suo carattere ingenuo e poco maturo. La vita delle due sorelle è monotona, piena di quotidiani battibecchi e litigi anche per cose di poca importanza, come per esempio la questione riguardo gli spaghetti alle “vongole fujute”, un tipo di pasta preparata dall’avara e accidiosa Rosaria, nonostante il disappunto di Addolorata, esigente riguardo la materia prima. La storia cambia, dopo il rientro da un matrimonio di famiglia, Rosaria si sente male a causa dell’eccessiva abbuffata. Questo spettacolo è risultato molto piacevole e soprattutto divertente per via della comicità e dell’esperienza di due grandissime attrici che si sono destreggiate abilmente sul palco e anche grazie alla maestria dei tecnici, degli addetti alle luci e ai responsabili dell’impianto audio, che hanno reso lo spettacolo molto coinvolgente, in cui la noia era completamente assente e in cui è regnato un clima di allegria e felicità tra gli spettatori. Le battute, nonostante siano state pronunciate in lingua napoletana, non ci sentiamo di definirla dialetto, sono risultate molto comprensibili, rendendo la rappresentazione sempre più pregnante. Nella seconda parte, invece, ha regnato principalmente un clima di angoscia e compassione nei confronti della condizione fisica di Rosaria, la quale ci ha fatto rimanere col fiato sospeso fino alla fine della rappresentazione, lasciandoci con il dubbio se la sorella maggiore di Addolorata fosse ancora in grado di vivere, o se stesse sul punto di morte. L’insegnamento morale che ci trasmette l’opera è quello di abbandonare i propri vizi, dare importanza alla famiglia e restare uniti anche nella povertà, perché nella vita il denaro non è tutto ma ciò che conta veramente è l’amore e la pace tra i membri del primo nucleo della società, altrimenti si diventa disperati e si litigherà inutilmente come nel caso delle due sorelle.