Il rimpianto per il palo, certo, ma troppo troppo poco per provare a mettere in difficoltà una Juventus, ferita, in crisi e che certamente non ha entusiasmato allo stadio Arechi. La Salernitana, però, ha confermato tutti i propri limiti, di una rosa non completamente all’altezza della massima serie, figlia di un mercato estivo evidentemente sbagliato, scegliendo anche una tattica eccessivamente rinunciataria. Sin dal primo minuto. Nel primo tempo la Salernitana si è consegnata alla Juve di Allegri. Baricentro basso, troppo e troppo campo concesso ai bianconeri. Inevitabile che alla lunga il possesso palla di qualità e dopo diverse occasioni sprecate al 21’ Dybala, dopo uno due rapido con Kulusevski, sbloccasse il risultato. La scelta di Colantuono, alla quarta sconfitta in quattro gare all’Arechi, nonostante lo scaramantico cambio di panchina, non ha pagato. Innanzitutto, il modulo, senza Ribery, neppure in panchina, con Kechrida e Zortea esterni di centrocampo e Capezzi, rilanciato dal 1’ con l’obbligo di seguire Dybala, non ha convinto. Il tunisino è andato, come di consueto, in difficoltà in fase difensiva anche se in fase offensiva nell’unica iniziativa dei granata nel primo tempo ha prodotto un bel cross per Simy, il cui colpo di testa è terminato poco fuori. Quell’azione, al 15’, ha dato l’impressione che, provando a spingere, la Salernitana, nonostante l’evidente inferiorità tecnica potesse mettere in difficoltà la difesa bianconera priva di Bonucci, rimasto in panchina. Invece, rinunciando a giocare, la Salernitana già nel primo tempo ha rischiato di subire il secondo gol. Solo il Var, intervenuto per un fuorigioco di Kean, ha salvato Belec dalla capitolazione dopo la deviazione vincente di Chiellini. Neppure il passaggio al 5-3-2 ha cambiato la situazione della Salernitana che è migliorata soltanto dopo il doppio cambio, con Di Tacchio e Schiavone al posto di Capezzi e Kechrida. È stato quello il miglior momento dei granata che hanno iniziato a crederci e a togliere certezze alla Juventus. Al 58’ l’episodio che avrebbe potuto cambiare la partita, ma sul cross di Veseli, dopo un liscio di Bonazzoli, Ranieri ha colpito il palo interno. Si è infiammato anche l’Arechi, ma poi la Juve, dopo aver sbandato ha riacquistato sicurezza e con Morata ha messo dentro il raddoppio al 70’, sfruttando gli errori di Zortea e Belec. Il raddoppio dello spagnolo ha praticamente chiuso il match con venti minuti d’anticipo. La Salernitana non ha avuto la forza per provare a riaprire il match, la Juventus ha controllato, sfiorando in un paio di circostanze la terza rete, sbagliando anche un rigore con Dybala al 95’ per poi festeggiare la prima storica vittoria bianconera a Salerno. Per i granata, rimpianti, amarezza, l’ultimo posto solitario e un calendario da brividi. Con tante, troppe nubi sul futuro societario.
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