Il cancro al seno potrebbe avere un modello di crescita a spirale e un’importante connessione con l’influenza della gravità. E’ quanto sostiene il ricercatore salernitano Ersilio Trapanese in uno studio pubblicato sull’autorevole rivista scientifica internazionale Traslational Medicine Communications & Springer Nature. La ricerca, che vanta la supervisione del professore Giulio Tarro, espone una nuova e rivoluzionaria teoria del cancro a spirale della mammella attraverso lo sviluppo di un modello teorico, un algoritmo predittivo dei tipi istologici e la percentuale di tumori rilevati nella sezione aurea (Golden Ratio Φ) e nella sequenza di Fibonacci. Da due anni, infatti, il medico Ersilio Trapanese, direttore sanitario del centro Cmm Diagnostica di Cava de’ Tirreni, porta avanti uno studio per l’identificazione e la caratterizzazione di lesioni mammarie sospette utilizzando una nuova tecnica diagnostica applicata all’ecografia e alla mammografia denominata “PhiΦBreast” per l’identificazione di lesioni di categoria C4-C5 con alto Valore predittivo positivo (Ppv) nel rispetto dei criteri dell’American college of radiology (Acr) e Breast imaging reporting data system (Bi-Rads ). L’azione della gravità secondo l’intuizione del ricercatore, assumerebbe un ruolo importante sul movimento di crescita che produce la spirale neoplastica. La ghiandola mammaria, in tal senso, potrebbe rappresentare un interessante modello di geometria frattale umana dove le regole fillotattiche vengono ragionevolmente applicate e dove la deviazione dalla normalità darebbe luogo a disfunzioni. Secondo la teoria del cancro a spirale, in tal senso, la lesione neoplastica mammaria seguirebbe lo stesso modello della fillotassi, della sezione Aurea e della sequenza di Fibonacci, traendo energia di crescita ed espansione dai capillari sanguigni e dallo squilibrio dell’attività bioelettrica delle cellule con influenza dalla gravità. La stessa gravità agisce come stress meccanico sui processi bioelettrici e genetici delle cellule e, insieme alla neoangiogenesi, spinge lo squilibrio strutturale verso la crescita del tumorale. “La missione di questa ricerca scientifica – conferma il medico Ersilio Trapanese, docente di Ecografia Ecointerventistica – è di informare sia la comunità scientifica globale sia i pazienti affetti da cancro che, grazie allo sviluppo di una nuova tecnologia rivoluzionaria, siamo ora in grado di rilevare il cancro alla mammella in una fase sempre più precoce, aprendo la strada ad una nuova era nella diagnosi, terapia e risoluzione di questa malattia”. Per il ricercatore salernitano, membro della commissione scientifica De Beaumont Bonelli Foundation for cancer research, si tratta di un nuovo e prestigioso riconoscimento. Già nel 2018, il dottor Trapanese era tra i candidati per il premio nobel, definito un “fenomeno” salernitano dopo aver trovato la strada per rilevare, nella sua fase più precoce, il cancro alla tiroide e nel mese di ottobre dello scorso anno scopre, presso il Centro Medico Metelliano dove opera, l’unico caso al mondo di microcarcinoma papillare della tiroide di tipo invasivo con dimensioni molto ridotte, pari a 0,3 centimetri.
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