di Giuseppe Vitolo
NAPOLI – Ancora un piccolo sforzo. Una vittoria al “Maradona” per annichilire i tentativi di rimonta della Juventus e portare a casa quello che in incipit rappresentava il risultato minimo stagionale, ma che con il passare delle settimane è divenuto un vero e proprio traguardo. Il Napoli di Rino Gattuso è a tre punti dalla qualificazione alla tanto agognata zona Champions: un’impresa sportiva che può modificare progetti e ambizioni della compagine partenopea, nell’ottica di una prossima stagione da programmare come quella del definitivo rilancio. La sfida di domenica all’Hellas Verona rappresenta il crocevia di un’annata partita con l’acceleratore pigiato e che è andata man mano affievolendosi, in virtù di una ripetuta serie di infortuni che hanno minato l’andamento della rosa nel trimestre dicembre-febbraio. Proprio in occasione della gara d’andata al “Bentegodi”, la possibile rottura del rapporto tra De Laurentiis e Gattuso: l’indolenza del patron, le uscite a vuoto di Rino, le telefonate – mai smentite o confermate – a Maurizio Sarri. Corsi e ricorsi storici. Un girone dopo, il Napoli espugna con fierezza ed orgoglio Firenze, allontanando i fantasmi di tre stagioni fa che costarono lo scudetto alla truppa guidata dall’ex Comandante di Figline Valdarno e ipotecando un prestigioso ritorno in quella Europa che canta. La Champions League e il fascino del suo inno tronano a graffiare prepotentemente anima e cuore della torcida partenopea, nella speranza di una riapertura degli stadi in occasione della stagione 2021/22. Ma prima c’è l’Hellas, come detto. L’ultimo ostacolo di una cavalcata trionfale. Trentasei punti nelle ultime quattordici gare, corredate da undici vittorie e tre pareggi. Tra questi, spiccano quelli incassati ad una manciata di secondi dal termine con Sassuolo e Cagliari. Dopo la fragorosa sconfitta con l’Atalanta dello scorso 21 febbraio e le ingloriose eliminazioni causate proprio dagli orobici in Coppa Italia e dal Granada in Europa League, il Napoli ha inanellato una serie di importanti risultati, frazionati nell’ultimo periodo solo dalla sconfitta dello Stadium con la Juventus nel recupero della terza giornata d’andata. Sono 42 i punti che Insigne & soci hanno racimolato dall’avvio del girone di ritorno. Un ruolino di marcia impressionante, che proietta gli azzurri al secondo posto in questa speciale classifica: solo l’Inter, a quota 47, ha fatto meglio. Risultati che premiano la bontà di un gruppo costruito su basi solide, rafforzato a livello tattico e psicologico dalle direttive di Rino Gattuso. Il recupero di alcuni giocatori chiave come Osimhen, Mertens, Fabian e Lozano (fermi ai box nel momento più critico della stagione) ha permesso alla squadra di innestare una marcia in più. Ma gran parte del merito va riconosciuto al tecnico di Corigliano Calabro, mai messo in discussione ufficialmente dalla società e a cui il silenzio stampa ha indubbiamente giovato, alla luce della deriva comunicativa inerente al contenzioso con i vertici societari di alcuni mesi fa. Il futuro appare segnato e si dice che Rino sia pronto a disfare gli armadietti di Castel Volturno e fare le valigie. Troppo orgoglioso per accettare quel linciaggio mediatico che ne chiedeva addirittura le dimissioni tempo addietro. Resta a De Laurentiis l’ultima fiche da giocare. Un incontro franco a fine stagione, in cui due caratteri forti avranno modo di ribadire concetti e opinioni e, magari, chiudere il cerchio con una stretta di mano. La piazza e la squadra, a quanto pare, chiedono la permanenza di Gattuso a Napoli.