Santa Cecilia, patrona della musica senza mai averla studiata - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Santa Cecilia, patrona della musica senza mai averla studiata

Santa Cecilia, patrona della musica senza mai averla studiata

Di Olga Chieffi

Oggi si festeggia Santa Cecilia, patrona della musica, che non fu mai musicista. Cecilia era una ragazza patrizia che volle consacrarsi alla verginità tanto che fece convertire il suo sposo al cristianesimo, e per questo motivo furono entrambi condannati a morte. In seguito Cecilia fu canonizzata e raffigurata sempre con uno strumento musicale tra le braccia., spesso un organo portativo. Il fatto che la Santa romana sia stata considerata patrona dei musicisti, si spiega appunto con un passo della leggendaria “Passione” in cui si racconta che mentre gli organi suonavano, ella nel suo cuore, cantasse inni al Signore. È dunque quanto mai stravagante il motivo per cui Cecilia sarebbe diventata patrona della musica. In realtà, un riferimento su Cecilia e la musica è documentato a partire dal tardo Medioevo. La spiegazione più plausibile sembra quella di un’errata interpretazione dell’antifona di introito della messa nella festa della santa (e non di un brano della Passio come talvolta si afferma). Il testo di tale canto in latino sarebbe: Cantantibus organis, Cecilia virgo in corde suo soli Domino decantabat dicens: fiat Domine cor meum et corpus meum inmaculatum ut non confundar (“Mentre suonavano gli strumenti musicali, la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore, dicendo: Signore, il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinché io non sia confusa”). Per dare un senso al testo, tradizionalmente lo si riferiva al banchetto di nozze di Cecilia. Da qui il passo a un’interpretazione ancora più travisata era facile: Cecilia cantava a Dio… con l’accompagnamento dell’organo. Si cominciò così, a partire dal XV secolo (nell’ambito del gotico cortese) a raffigurare la santa con un piccolo organo portativo a fianco. In realtà i codici più antichi non riportano questa lezione dell’antifona. Gli “organi”, quindi, non sarebbero affatto strumenti musicali, ma gli strumenti di tortura, e l’antifona descriverebbe Cecilia che “tra gli strumenti di tortura incandescenti, cantava a Dio nel suo cuore”. L’antifona non si riferirebbe dunque al banchetto di nozze, bensì al momento del martirio. Dedicato alla santa, nel XIC secolo sorse il cosiddetto Movimento Ceciliano, diffuso in Italia, Francia e Germania. Vi aderirono musicisti, liturgisti e altri studiosi, che intendevano restituire dignità alla musica liturgica sottraendola all’influsso del melodramma e della musica popolare.

Oggi onoreremo la Santa nel Duomo di Salerno, ove si terrà la venticinquesima edizione del “Festival di Santa Cecilia” che, come ogni anno, prevede la partecipazione di Cori ed Ensemble strumentali da Salerno e provincia. La storica manifestazione, nata nel 1997 grazie all’idea del soprano Alessandra Totoli, presidente e fondatrice dell’Associazione Amici della Lirica, rimane sicuramente quale più antico e longevo Festival di Musica Sacra organizzato a Salerno. Alle ore 19.00 verrà celebrata da Don Felice Moliterno, la Santa Messa, animata dal Piccolo Coro dell’Istituto “Filippo Smaldone” diretto dal M° Giacomo Monco. La Santa Messa sarà segnata per i sordi grazie alla prof. Sabarese Alessia, quindi, alle 20 inizieranno le performances dei musicisti.

Il Festival, organizzato dall’Associazione culturale R.A. Music di Salerno, vede la Direzione Artistica di Alessandra Totoli con la collaborazione di Romeo Mario Pepe. Anche in questa occasione il pensiero andrà a Chiara Pepe, indimenticabile poliedrica artista salernitana che amava il canto e che ci ha lasciato improvvisamente due anni fa ed a lei si unisce una preghiera per due giovanissimi musicisti campani anch’essi purtroppo recentemente scomparsi: Giovanni Cutolo e Antonio Senatore.

In ultimo, per questa occasione speciale del venticinquesimo, la manifestazione ha visto la piacevolissima adesione e patrocinio della ProLoco di Vietri sul mare, presieduta da Cosmo Di Mauro e dell’ Unione delle Proloco di Italia, che ha voluto donare un piatto ricordo realizzato appositamente per l’occasione. In pedana si alterneranno l’Ensemble vocale del Liceo Musicale “Perito-Levi” di Eboli, diretto da Antonella De Chiara con pianista Francesco Pio Trotta, a seguire il Coro del Liceo Musicale “Alfano I” di Salerno, coordinato e diretto da Rosa Spinelli, Maria Arcuri e Marta Pignataro, quindi, il Coro “Daltrocanto”, guidato da Patrizia Bruno. La musica antica che evocherà le più popolari fonti iconografiche di Santa Cecilia, avrà le voci e gli strumenti del “TrotulÆnsemble”, con Lau Fortino, al dulcimer, Ilaria De Dominicis, canto, viella, darbuka, Federica Mastantuono alla traversa rinascimentale, dirette da Guido Pagliano, che suonerà anche viella e flauto. A chiudere il Coro Giovanile “Dolci Note” di Cava de’ Tirreni, diretto da Giacomo Monco e il Coro Polifonico “Liceo T. Tasso” di Salerno preparato da Romeo Mario Pepe e coordinato da  Ester Cafarelli.