Aggressioni ai danni dei medici, i casi sono in aumento: “Maggiore tutela” - Le Cronache
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Aggressioni ai danni dei medici, i casi sono in aumento: “Maggiore tutela”

Aggressioni ai danni dei medici, i casi sono in aumento: “Maggiore tutela”

di Erika Noschese
Promuovere una serie di iniziative per fermare la violenza ai danni dei medici: questa, in sintesi, la richiesta sottoscritta, in un comunicato a firma congiunta dei sanitari, indirizzato al ministro della Salute Orazio Schillaci, Al Ministro dell’Interno Matteo Piantadosi, Ai Presidenti delle Federazioni Nazionali degli Ordini delle Professioni Sanitarie, al presidente De Luca, al sindaco di Salerno Vincenzo Napoli e al Prefetto Francesco Russo oltre che al direttore dell’Asl Gennaro Sosto. Ieri, infatti, l’ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Salerno, presieduto dal dottor Giovanni D’Angelo, ha promosso un momento di riflessione sull’assassinio della psichiatra Barbara Capovani, uccisa a colpi di spranga da un suo ex paziente il 21 aprile scorso, davanti al reparto di Santa Chiara- Università di Pisa. L’occasione di un incontro con i presidenti degli ordini delle professioni sanitarie e con gli iscritti, per commemorare la figura della giovane collega, madre di tre figli, è stato dato dalla fiaccolata di Pisa. «Siamo in una fase storica molto diversa da quella di alcuni mesi fa: da eroi, in poco tempo siamo diventati i responsabili di situazioni di disagio, la cui causa è nel sistema. È in atto uno stravolgimento del rapporto medico – paziente con perdita di fiducia e di rispetto da parte dei pazienti nei riguardi dei professionisti. Violenze, minacce, ingiurie, spintoni, urla, aggressioni verbali e/o fisiche ai danni dei sanitari, sono diventate abituali in un crescendo inatteso dopo il periodo pandemico (si calcolano 4 segnalazioni al giorno), ma comprensibile, se si pensa allo sconvolgimento fisico e mentale vissuto e all’apertura del vaso di Pandora sullo status del Sistema Sanitario durante e dopo la pandemia», hanno dichiarato nel documento il Presidente Ordine dei Medici ed Odontoiatri di Salerno dott. Giovanni D’Angelo, il presidente Ordine dei Medici Veterinari di Salerno Orlando Paciello, il presidente Ordine dei Farmacisti di Salerno dott. Ferdinando de Francesco, il presidente Ordine Ostetriche di Salerno Roberta Sapere, il presidente Ordine dei TSRM e PSTRP di Salerno Carmine Pecoraro, il presidente Ordine dei Fisioterapisti di Salerno Mariaconsiglia Calabrese e il delegato Ordine Psicologi Regione Campania Antonella Grandinetti. «Le professioni sanitarie e socio-sanitarie sono vittime di minacce che hanno la stessa forma ma che derivano da peculiarità delle loro attività, dove gli intrecci con il mondo economico e commerciale espone, a volte, gli operatori a vessazioni anche da parte di organizzazioni criminali. Quello che doveva essere un rapporto basato sulla empatia si è trasformato in un rapporto conflittuale, causato dalla mancanza di servizi socio-assistenziali per cui il cittadino ha delle aspettative improprie rispetto alle effettive riposte che il sistema sanitario può e deve erogare – hanno aggiunto – Ai sanitari rimane una condizione di lavoro disagiato, sempre più precario, sempre meno soddisfacente, sempre più difficile, sempre meno premiante. È ora di fare chiarezza anche sui reali livelli di assistenza, visto l’investimento sul nostro Sistema Sanitario Nazionale, al momento tra il più ridotto in Europa, se consideriamo il rapporto tra spesa sanitaria e PIL. Ed è sempre più insopportabile il peso dei provvedimenti giudiziari per i sanitari, in particolare per quelli in servizio nelle strutture di emergenza, al punto che molti vanno via e molti disertano i concorsi per le assunzioni. La richiesta di depenalizzazione dell’atto medico, presente invece nella maggioranza degli altri paesi, va interpretato come un provvedimento a garanzia di serenità nella professione e non di fuga dalle responsabilità né di strumento per la riduzione di spesa indotta dalla medicina difensiva. Se si lavora in un clima di rinnovata fiducia, la qualità dei risultati assistenziali miglioreranno. Stiamo assistendo ad una modifica importante, ampia, rivoluzionaria del mondo della sanità in cui la nuova tecnologia informatica e le continue innovazioni terapeutiche, affidate alle mani e alla mente dell’uomo potranno avvicinare sempre più la nostra arte al mondo della scienza. Questo comporterà la necessità di aumentare la capacità comunicativa, strumento fondamentale per riavvicinare il paziente al curante». Negli ultimi mesi sono stati impostati alcuni provvedimenti, che mirano ad aumentare le forze in campo e a ridare dignità agli operatori sanitari. «Sono certamente insufficienti a riprendere quota rispetto ai tanti bisogni presenti, ma sufficienti a non morire. In questa fase di lenta ripresa occorre però assumere un atteggiamento di fiducia se vogliamo sperare di mantenere vitale il nostro Sistema Sanitario Nazionale, l’unico che può cercare di espandere il diritto alla salute anche ai tanti cittadini, il cui reddito non consentirebbe di godere di tale diritto, se la privatizzazione in atto fosse spinta oltre i livelli attuali, con il rischio concreto di uscire dal Sistema Europa, considerato il numero di miliardi concessi alla nostra sanità con il Pnrr», hanno aggiunto evidenziando che la proposta dei firmatari del documento è quella di migliorare l’informazione e la comunicazione sui servizi e sui limiti delle prestazioni erogabili, sia verso i cittadini che tra le unità operative; promuovere servizi più vicini alle esigenze dei cittadini attraverso il buon funzionamento dell’assistenza puntando sulla forza lavoro, sui professionisti sanitari e sulle risorse strumentali e strutturali, requisiti al momento del tutto deficitari; promuovere le emersioni delle aggressioni attraverso un registro vidimato interno ai Servizi i cui dati devono essere elaborati da un osservatorio aziendale. Infine la richiesta di implementare i presidi di sicurezza individuando le strutture assistenziali a più alto rischio di aggressione ed estendere misure di sorveglianza, anche a distanza, per le attività sanitarie erogate sul territorio.