Transpose: La leggenda del pianista sull’oceano - Le Cronache
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Transpose: La leggenda del pianista sull’oceano

Transpose: La leggenda del pianista sull’oceano

Domani sera, alle ore 19, sul palcoscenico del Teatro delle Arti,  la Compagnia dell’Arte è pronta per consegnare allo spettatore la propria versione teatrale “Novecento- il pianista sull’Oceano”. Diretto ed adattato da Antonello Ronga, lo spettacolo vedrà quale special guest Pina Testa

Di Olga Chieffi

“Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla”. “Suonavamo perché l’Oceano è grande, e fa paura, suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov’era e chi era. Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio. E suonavamo il ragtime, perché è la musica su cui Dio balla, quando nessuno lo vede. Su cui Dio ballava, se solo era negro”. Sono queste le due frasi cult del monologo Novecento di Alessandro Baricco, oltre che la vita è racchiusa negli 88 tasti del pianoforte, che domani sera, alle ore 19, verranno rievocate sul palcoscenico del Teatro delle Arti di Salerno, per il secondo appuntamento del progetto di “Transpose”, progetto volto ad una sapiente ed originale trasposizione teatrale di classici cinematografici a cura della Compagnia dell’Arte diretta da Antonello Ronga. Dopo il successo della trasposizione di “Ghost”, la Compagnia è pronta per consegnare allo spettatore la propria versione teatrale di un altro classico quale l’immortale capolavoro di Giuseppe Tornatore con “Novecento- il pianista sull’Oceano”. Diretto ed adattato da Antonello Ronga, lo spettacolo vedrà in scena Francesca Canale, Gabriele Casale, Gianni D’Amato, Teresa Di Florio, Andrea Mauro, Antonello Ronga, Emanuela Emma Tondini, Valentina Tortora con l’amichevole partecipazione di Gianmarco Vitale e la partecipazione straordinaria di Pina Testa. Anche per questo appuntamento il cast è molto nutrito; i costumi sono a cura di Paolo Vitale e di Francesca Canale, il corpo di ballo composto da Giada D’Ambro, Alessandra Faiella, Davide Guzzo, Annamaria Natella, le coreografie di Fortuna Capasso; inoltre, la scenografia è affidata al P.c.t.o delle Classi V e III E  (allestimento dello spazio antistante al Foyer”) del Liceo Artistico “Sabatini-Menna” a cura della prof.ssa E.Elefante, I.Manenti, M.Graniti con la dirigenza scolastica di Renata Florimonte, l’assistenza alla regia è affidata a Giuseppe Catalano e la direzione di palco a Francesco Maria Sommaripa. “Una grande chiusura di rassegna, quella di Traspose-commenta il regista Antonello Ronga, quando il cinema diventa Teatro con uno spettacolo imperdibile, un testo che prende spunto dal film di Tornatore e dal testo teatrale “Novecento” di Baricco in un insieme di emozioni che porteranno lo spettatore in un viaggio meraviglioso attraverso otto attori incredibili ed un corpo di ballo d’eccellenza. Una partecipazione straordinaria sarà di Pina Testa che tornerà sul palco a danzare ed a recitare in questo piccolo grande evento per la città di Salerno. Un altro fiore all’occhiello è la scenografia, realizzata, come da consuetudine, con il Liceo Artistico “Sabatini” La classe di scenografia ha realizzato una scena degna di una prima teatrale importantissima. Siamo già pronti per la prossima stagione di “Transpose 2” con i titoli che saranno svelati prossimamente. La musica entrerà prepotente nella storia e nella perfomance, suggellando un patto tra autore e attore, tra attore e pubblico, tra storia e narrazione. L’inverosimile storia di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, che non scenderà mai dalla nave su cui è nato fino ad attendere lì la morte, è cadenzata dalla musica: dal ritmo sincopato del jazz, dalla nostalgia suadente del blues, dalla genialità di un uomo che riesce a destrutturare la scala dei desideri, per trasformarla in una sorta di ascesi, di distacco serafico dalle convenzioni sociali e dalle aspettative dei più, per vivere in simbiosi con l’improvvisazione musicale. Baricco sa essere allettante e seducente, sa calibrare cultura e anche astuzia, inventando un personaggio che vive sospeso, fermando l’istante artistico, tra il suo pianoforte e il mare, ma che riesce a conoscere e a far sue, attraverso i racconti degli altri, tutte le sfaccettature e le atmosfere del mondo, pur non spostandosi mai dalla tastiera del suo strumento. Tra le forme artistiche sviluppatesi nel Novecento, infatti, il jazz è tra quelle che hanno saputo meglio catturare lo spirito, le inquietitudini ma anche le epifanie di un secolo dall’inarrestabile dinamismo. In quanto genere portatore di una peculiare filosofia musicale, il jazz è sceso dal piroscafo Virginian, dimostrando di poter trascendere il secolo in cui ha fatto la sua comparsa, proiettandosi coerentemente, vitalisticamente, tra le infinite “strade” del nuovo Millennio.