Ministero dell’Interno: sono 1150 posti a rischio - Le Cronache
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Ministero dell’Interno: sono 1150 posti a rischio

Ministero dell’Interno: sono 1150 posti a rischio

di Erika Noschese
Sono 1150 i posti di lavoro a rischio in somministrazione presso il Ministero dell’Interno. A lanciare l’allarme FelSa, Cisl, Nidil Cgil, e Uil che esprimono forte preoccupazione sul futuro occupazionale dei lavoratori in forza alle Agenzie per il lavoro Gi Group e Manpower, ancora una volta a rischio di interruzione dei propri contratti di lavoro. I lavoratori delle Commissioni e Sezioni territoriali e delle Questure che dipendono dalla Commissione Nazionale per il diritto all’asilo saranno prorogati fino al 27 marzo 2023 con risorse già nello stato di previsione del Ministero dell’Interno, senza nessuna certezza sul loro futuro dopo tale data. I lavoratori delle Prefetture rischiano un imponente taglio alle unità di in forza sulla base di fabbisogni individuali che ci sembrano paradossali, chiediamo quindi che si intervenga urgentemente su questo punto e si diano adeguate risposte anche in termini di risorse, garantendo la continuità occupazionale di tutti i lavoratori somministrati delle Prefetture per far fronte alle necessità operative manifestate al Ministero anche da decine di prefetti dal territorio. I lavoratori delle Questure e Commissariati in forza al Dipartimento della Pubblica Sicurezza sembrano essere contenuti nelle risorse previste, ma è necessario prorogare i contratti di lavoro senza che si verifichi alcuna interruzione del servizio, tenuto conto anche delle scadenze dei permessi di soggiorno rilasciati per protezione temporanea ai cittadini ucraini al 4 marzo 2023. «Questa incertezza che sta diventando ormai una costante del percorso di questi lavoratori è inaccettabile: vogliamo certezze dal Governo e dal Ministero su ciò che accadrà nel prossimo mese e l’apertura di un dialogo con il Ministro per arrivare a definire un percorso di progressiva internalizzazione di questi lavoratori e la proroga dei contratti di lavoro per tutti – hanno dichiarato le segreterie nazionali delle organizzazioni sindacali – A questo scopo saranno indette iniziative di mobilitazione sui diversi territori che saranno indicate nei prossimi giorni dalle nostre strutture e che culmineranno con la giornata di sciopero nazionale per l’intero 21 dicembre 2022, con presidio a Roma». I circa 1150 lavoratori impiegati presso gli Sportelli Unici per l’Immigrazione delle Prefetture, le Questure e i Commissariati, la Commissione Nazionale e le Commissioni e Sezioni territoriali per il diritto all’asilo hanno reso, a partire dalla primavera del 2021 un servizio pubblico essenziale la cui imprescindibile utilità è stata ammessa più volte dai dirigenti periferici e centrali del Ministero. «Non solo hanno garantito dei diritti essenziali agli immigrati: il loro lavoro è indispensabile anche per le forze dio Polizia che altrimenti dovrebbero essere dedicate in massa alle pratiche connesse all’immigrazione, più di quanto già non facciano, sottraendo evidentemente numeri ed energie al presidio del territorio», hanno aggiunto.