di red.cro.
Nel periodo gennaio-settembre 2018, in base ai dati del registro imprese, sono state aperte in provincia di Salerno 96 procedure fallimentari, corrispondenti a circa 10 al mese, in diminuzione dell’11,9% rispetto allo stesso periodo del 2017. Tale tendenza è in linea con il ridimensionamento dei fallimenti che si sta verificando a livello regionale (-12% la variazione dei fallimenti per i primi 9 mesi del 2018 rispetto ai primi nove del 2017 in Campania) e nazionale (-6,5%). Va ricordato, che rispetto alla struttura imprenditoriale salernitana, che conta attualmente oltre 120mila imprese registrate negli archivi della Camera di Commercio, il fenomeno annuo delle procedure fallimentari risulta riguardare un numero di imprese sempre più limitato, meno di 1 ogni mille, a fronte dell’analogo dato nazionale che si attesta a quasi 2 unità ogni mille registrate.Il decremento registrato in provincia appare ancora più significativo se si considera l’andamento dei fallimenti degli ultimi anni e, in particolare, la contrazione verificatasi negli anni tra il 2014 e il 2016. L’andamento degli ultimi anni consente di evidenziare un forte calo di protesti in provincia di Salerno; ciò nonostante, il fenomeno dei mancati pagamenti risulta ancora molto critico. La provincia di Salerno occupa, infatti, la quarta posizione nella classifica nazionale delle province italiane per numero degli scoperti rilevati nel 2017, dopo Roma, Milano e Napoli. Le criticità esistenti sono ancora più evidenti se si rapporta il numero dei protesti alla popolazione residente a tale data; con un valore pari a 16,5 protesti ogni 1000 abitanti, Salerno non solo è lontana dalla media Italia (8,6 è il numero di protesti ogni 1000 abitanti a livello nazionale), ma risulta anche precedere le città in testa alla classifica sopracitata (Roma:15,5 protesti ogni 1000 abitanti – Milano:13,5 – Napoli:11,8).