A distanza di settantaquattro anni, il 2 giugno resta una delle feste nazionali italiane più importanti. Il 2 giugno 1946, infatti, si svolse in Italia un referendum per decidere se adottare la Repubblica o continuare col sistema politico monarchico. Pochi giorni dopo le votazioni, si seppero i risultati: il sistema politico repubblicano vinse e l’Italia divenne così una Repubblica Parlamentare. La famiglia reale dei Savoia venne esiliata, accusata di aver lasciato mano libera a Benito Mussolini. Questa data, però, non va ricordata solo per il decreto del passaggio da un sistema politico all’altro, ma anche perché per la prima volta in Italia si ebbero le votazioni a suffragio universale: anche le donne ebbero il permesso e il diritto di votare e avere voce in capitolo. La festa della Repubblica, secondo la tradizione, viene celebrata nel seguente modo: il Presidente della Repubblica si reca a Roma presso l’Altare della Patria e adagia sul Milite Ignoto una corona d’alloro. In seguito, ha inizio ai Fori Imperiali di Roma la parata di tutte le forze armate militari e civili. Quest’anno ancora non è stato deciso se festeggiare la ricorrenza come consuetudine: sarà molto probabile che le celebrazioni seguano un protocollo ridotto. Non ci sarà la solita, festosa e rumorosa folla ad assistervi, per evitare assembramenti, severamente proibiti dalle norme anticontagio, ma sarà sicuramente possibile guardarle in televisione o su altri dispositivi. Insomma, assistervi dal vivo o attraverso uno schermo, il significato e l’importanza di questa celebrazione non cambia: la nascita dell’Italia Repubblicana è e rimane sicuramente uno degli eventi più importanti della storia della Nostra nazione. L’uguaglianza dei diritti e dei doveri, la parità dei sessi e la libertà di stampa sono solo alcune vittorie dovute al cambio del sistema politico. Non esistono più privilegi, non esistono più decisioni politiche prese da una sola persona, non esiste più la censura. Siamo tutti uniti per poter vivere bene insieme, senza abusi e soprusi e siamo tutti chiamati in causa per prendere insieme provvedimenti importanti che ci riguardano, come quello preso il 2 giugno 1946.Oggi non si celebra il passaggio da un sistema politico a un altro, ma la vittoria di un popolo che ha portato alla sua uguaglianza, alla sua vera unità: la vittoria della libertà.
Valentina Vitiello 4Al