La scomparsa di Giuseppe Esposito, “Peppe Chiavariello” - Le Cronache
Salerno

La scomparsa di Giuseppe Esposito, “Peppe Chiavariello”

La scomparsa di Giuseppe Esposito, “Peppe Chiavariello”

“Noi non cesseremo l’esplorazione

E la fine di tutte le nostre ricerche

Sarà di giungere là dove siamo partiti,

E conoscere il luogo per la prima volta”.

T.S. Eliot – Quattro quartetti

E’ mancato ai vivi, Giuseppe Esposito “Peppe Chiavariello”. Un figlio del nostro centro storico, conosciuto da tutti, non certo come impiegato comunale, ma come batterista. La musica quale forma di vita attiva, dal cuore ostentatamente pulsante, i cui tratti essenziali sono stati sempre espressi, da Peppe in maniera limpida, inequivocabile e senza alcuna esitazione, con un linguaggio che, da una parte, andava verso la ricerca verso divisioni ritmiche articolate, dall’altra chiudendo certo repertorio con una specie di ritorno alle linee semplici e pure. Il ricordo fa rivivere l’Uomo. Oggi, quanti hanno il dono della Fede, potranno affermare che Peppe è stata rapito agli uomini, perché «Divenuto caro a Dio, fu amato da lui» (Sapienza 4,10), continuando, così, ad attuare il suo messaggio di musicista sempre alla ricerca di ciò che fa scoprire che l’indicibile, cui l’uomo sempre aspira, non si lascia dire nel dire umano, ma in esso si mostra, di un mostrarsi che spegne la voce e lascia un’ombra (una mancanza, un rado) nel linguaggio stesso, ombra che abbaglia chi si muove e intensamente cerca nel linguaggio, giungendo alla musica, che nasce e finisce nel silenzio, nonché quel taglio pressantemente sociale di onestà e fiducia nel futuro e di solidarietà per il prossimo, che ha costituito il suo vero patrimonio spirituale. “Dov’è più nero il lutto, ivi è più flagrante la luce” scrive Gesualdo Bufalino. Ancora attoniti, per l’improvvisa scomparsa dell’ uomo rimasto semplice, schietto e sincero, per aver perso inaspettatamente un amico che ci voleva bene, con il quale si è condivisi momenti che sono patrimonio di un’umanità che cresce e migliora attraverso un’azione etica, che è quella del dialogo, della musica, dell’ “otium”, non riuscendo a scorgere sino in fondo cosa si nascondesse nella filigrana di un evento, che proiettava dinanzi ai nostri occhi il profilo temibile della morte, oggi, lo saluteremo nella Chiesa di Santa Lucia in Salerno alle ore 16. Nel rinnovare commossamente il ricordo della sua figura, Olga Chieffi unitamente all’intera redazione di Le Cronache del Mezzogiorno, abbracciano con grande affetto la moglie Maria Orlando, i figli Imma, Alfonso e Valentina, i fratelli Nino, Enzo, Tonino, Rosario, Lorenzo, Mario, Renato Ettore unitamente alle sorelle Immacolata, Annarita e ai parenti tutti.

1 Commento

    Questo scritto rende perfettamente la genuina grandezza, il sommo valore dello sua musica, del suo ritmo interiore, dell’etica umana di “Zi Pinucc’”

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