di Marina Pellegrino
Continuano i festeggiamenti nell’anno del centenario del famoso direttore d’orchestra, pianista e compositore Leonard Bernstein, musicista conosciuto in tutto il mondo, da grandi e piccini, soprattutto grazie al suo capolavoro “West Side Story”. Musical composto intorno agli anni ’50, West Side Story è un vero gioiello del teatro americano, un incrocio tra il dramma operistico e il balletto che unisce Broadway alle periferie di New York. L’opera trasporta la tragedia shakespeariana Romeo e Giulietta, nell’Upper West Side di New York del XX secolo, rappresentando il conflitto razziale tra due bande di strada, gli americani chiamati Jets, e gli immigrati portoricani detti Sharks. Tony e Maria, protagonisti della vicenda, si innamorano, seppur appartenenti ai due gruppi rivali. Durante la storia i Jets e gli Sharks si affronteranno svariate volte, portando alla morte il fratello di Maria, Bernardo, avvenuta proprio per mano di Tony, ed infine all’uccisione dello stesso protagonista maschile, causata da Chino, giovane portoricano, quasi futuro sposo di Maria, che spara Tony poiché lo ritiene responsabile di avergli rubato l’amore della sua vita. Nonostante la perdita del suo amato, Maria riesce a far riappacificare le due bande di strada, scostandosi dunque dal drammatico finale di Romeo e Giulietta. Bernstein è riuscito a raccontare una storia tragica con i mezzi e lo stile del musical, senza mai correre il pericolo di trasformarla in un’opera, nel senso tradizionale del termine. Il Prologo della composizione si presenta, infatti, come una sorta di improvvisazione jazz, con effetti sonori fugaci, melodie brevi dei fiati e un accompagnamento costante percussivo prodotto da schiocchi di dita segnati in partitura. Anche l’esaltante Mambo è dello stesso carattere, condito da strappate degli ottoni e melodie velocissime degli archi, conservando però il ritmo della danza, che incrementa battuta dopo battuta. Nonostante l’impronta musicale innovativa, Bernstein ha dedicato in West Side Story due momenti ripresi dal belcanto: il duetto “Tonight” e l’aria “Maria”. Tonight, brano introdotto da un violoncello solo e da un dialogo quasi parlato tra Tony e Maria, fiorito da un oboe, è ricco di sfumature ritmiche, che creano un incessante movimento alla melodia, sentimentale ed affascinante. La meravigliosa melodia in DO diesis maggiore del brano Maria, invece, presenta un accompagnamento languido e danzante, con arpeggi dell’arpa e il raddoppio del tema da parte della sezione degli archi, fino al geniale MI maggiore finale, in piano, tappeto della nota singola del cantante, un DO diesis, che ripeterà per ben sei volte, fino alla cadenza, rappresentata dalle note FA diesis e MI diesis, che riporteranno il brano nella sua tonalità d’impianto, sognante epilogo di una delle poesie in musica più belle di tutti i tempi. Uno dei brani più celebri di West Side Story è di certo la canzone America, interpretata dal gruppo degli Sharks, brano che mette in risalto le qualità della vita in America. La canzone è aperta da un recitativo contrapposto immediatamente da uno stile musicale spagnoleggiante, con chitarre e percussioni latine e giochi ed incroci ritmici particolarissimi. La canzone inoltre, impiega delle indicazioni di tempo miste, alternando battute di 6/8 ad altre di ¾, paragonabile all’aria “Habanera” della Carmen di Bizet, senza conservare però il ritmo alla base della forma musicale denominata proprio habanera. Infatti, in partitura, Bernstein segnala “Tempo di Huapango”, ovvero in stile di danza popolare messicana. West Side Story è dunque un capolavoro innovativo e coinvolgente, dal quale, solo pochi anni dopo dalla sua prima rappresentazione, è stato tratto un film dallo stesso titolo, vincitore di ben 10 Premi Oscar, su 11 candidature, nell’anno 1962, posizionandosi quinto nella classifica delle pellicole che hanno conquistato più Academy Awards in assoluto, fino ai nostri giorni.