Assistere al momento del travaglio e, successivamente, della nascita di sua figlia. E’ quanto chiede, in una nota indirizzata al direttore generale del Ruggi d’Aragona, Alfonso Aniello De Vivo, cittadino residente a Pontecagnano Faiano che, di fatto, chiede ai vertici dell’azienda ospedaliera univeritaria di poter stare con la moglie in attesa che nasca la loro prima bambina. La sua compagna, infatti, dovrebbe partorire il prossimo 15 agosto e per entrambi si tratta della prima esperienza genitoriale. Ad oggi, a causa dell’emergenza Coronavirus l’accesso alle strutture ospedaliere è molto limitato; per quanto riguarda, invece, il tanto atteso momento della nascita la neo mamma dovrà affrontare da sola il parto: a causa delle norme anti contagio, infatti, l’accesso è vietato, anche per i papà. Nonostante il delicato momento, a cusa dell’emergenza epidemiologica, De Vivo e la sua compagna hanno scelto di affidarsi all’zienda ospedaliera Ruggi d’Aragona ma il regolamento interno del reparto di Ostetricia e Ginecologia non permette la presenza di alcun familiare all’interno della sala parto e del reparto stesso durante il travaglio e la nascita del figlio, proprio come prevedono le normative dettate in seguito al Covid 19. «E’ importante sottolineare che l’Oms considera come diritto inalienabile della donna la presenza di un familiare a scelta sia per il momento del travaglio che per la nascita del neonato/a – ha spiegato De Vivo – E’ proprio questa la questione che vorrei sollevare, perchè penso sia un diritto di entrambi i genitori stare insieme durante la nascita». Da qui la richiesta di esseew autorizzato a presenziare sia almomento del travaglio che della nascita di sua figlia, per poi lasciare l’ospedale e attendere che la sua famiglia torni a casa. «Da questo punto di vista mi rendo disponibile a sottopormi a qualsiasi tipo di analisi o tampone anche a mie spese purchè non venga leso il diritto della mia compagna di avere una persona presente in questi momenti – ha dichiarato ancora l’uomo, disposto ad effettuare tutti i controlli necessari prima di raggiungere, con la sua compagna, il nosocomio locale – Spero che la mia richiesta venga quantomeno presa in considerazione poichè penso sia un diritto per chiunque sostenersi e vivere insieme questi momenti». In questi mesi, molte sono state le neo mamme che sono state “costrette” a dare alla luce i loro bambini, da soli. In questo, i medici e gli infermieri si sono però rivelati validi alleati provando ad aiutare le donne a condividere, con i familiari, questo momento di gioia tanto attesa e, a causa del Coronavirus, vissuto con estrema paura.
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