Di Erika Noschese
Cosa hanno in comune il sindaco Vincenzo Napoli e monsignor Andrea Bellandi? Entrambi, per la prima volta, hanno preso parte alla tradizionale processione di san Matteo. L’arcivescovo salernitano è giunto alla guida della comunità salernitana poco più di due mesi fa mentre il primo cittadino è laico, ragion per cui ha sempre delegato la sua vice, Eva Avossa, ha sfilare con la fascia tricolore. Ma Napoli non si smentisce e alla domanda “Lei è emozionato?” ha risposto con un secco «non particolarmente» per poi raddrizzare il tiro: «nel senso che c’è una grande compartecipazione alla festa dei miei concittadini in occasione del santo patrono e lo faccio con spirito di servizio. Sono felice e onorato di poter rappresentare la città». Il primo cittadino ha poi spiegato di aver deciso di partecipare per rendere omaggio al nuovo vescovo Bellandi, «per accoglierlo con ancora più amicizia e farlo sentire ancor di più a casa sua». Molto più folta, rispetto alla mattinata di ieri in occasione della santa messa al Duomo, la presenza istituzionale. E così, in rappresentanza della Provincia c’era proprio il presidente Michele Strianese, gli assessori Eva Avossa, Antonia Willburger, Luigi della Greca, Mimmo De Maio; i consiglieri Massimiliano Natella, Paolo Ottobrino, Paky Memoli, Paola De Roberto Antonio Carbonaro, Donato Pessolano, Rocco Galdi, Peppe Zitarosa, Horace di Carlo e Dante Santoro; il sindaco di Baronissi Gianfranco Valiante, Alfonso Andria e i parlamentari Gigi Casciello, Enzo Fasano. E se questa è stata la processione delle prime volte lo è in tutti i sensi: ad accompagnare la statua di san Giuseppe un gruppo di donne che, seppur simbolicamente, hanno fatto da portatrici. A dare inizio alla processione, seppur con un quarto d’ora di ritardo, le parole di don Michele Pecoraro. Centinaia e centinaia i fedeli che hanno atteso l’uscita del santo patrono dalla cattedrale. E se monsignor Bellandi, ieri mattina, ha dichiarato di sentirsi «un salernitano tra i salernitani» a confermarlo il lungo applauso che ha accompagnato il vescovo all’uscita dal Duomo e lungo le strade cittadine. Lunga sosta anche dinanzi Palazzo di Città con Bellandi che ha rivolto un pensiero all’amministrazione affinché siano sempre umili, corretti e dalla parte dei cittadini: «sostieni quanti si adoperano per rendere migliore la vita di tutti, sostieni coloro che si affannano a trovare lavoro a chi non ne ha e sia condiviso l’amore forte che caratterizza i fedeli», ha dichiarato il vescovo. Don Michele Pecoraro, ancora una volta, ha invocato san Matteo affinché questo spirito cristiano che caratterizza la città di Salerno non tramonti. E al grido di “Viva San Matteo” fedeli e portatori hanno sfilato lungo via Roma. «Il popolo partecipante è numerosissimo, è incredibile. E’ il segno dell’accoglienza, segno di essere una città accogliente e spero che questo spirito si mantenga sempre vivo», ha aggiunto il primo cittadino che ancora una volta ha speso parole di apprezzamento per Bellandi che in più occasioni, anche durante la processione, si è avvicinato alle persone anziane, malate e agli indifesi per portar loro il suo saluto. Breve sosta anche dinanzi la chiesa dell’Annunziata per poi procedere verso il ritorno al Duomo, ancora una volta gremito di fedeli che hanno atteso i santi. Il tutto mentre l’arcivescovo metropolita si fermava a salutare la folla sotto una pioggia di coriandoli colorati. «Come pastore di questa chiesa voglio chiederti la pace nel cuore, interiore, con i nostri fratelli e sorelle, con tutti quelli che tu ci metti accanto», ha detto Bellandi, nella preghiera conclusiva che, di fatto, ha segnato la fine di questo san Matteo 2019, sicuramente particolare. E Bellandi ha abbracciato un giovane portatore, una mamma e un papà a segnare, ancora, il legame con questa città che lo ha amato fin dal primo giorno, «affinché la nostra comunità viva sempre unità nel nome dei nostri santi e della nostra comunità», ha detto don Michele Pecoraro.