di Monica De Santis
Tiene ancora banco la vicenda Teatro Verdi. Tiene ancora banco e non si placano le polemiche nate immediatamente dopo la prima dello spettacolo “Pagliacci/Cavalleria Rusticana” sulle audizioni delle masse orchestrali e corali del teatro Verdi di Salerno e, in particolare, sugli ingaggi di ballerini, figuranti, mimi e coreografi. Ad intervenire questa volta è Francesco Virtuoso, candidato al Consiglio Comunale con il M5S, che nel 2018 ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica proprio sul Teatro Verdi e sul sistema con cui questo viene gestito… “Nel 2018 preso dalla curiosità rispetto alla gestione da parte dell’amministrazione comunale del Teatro Verdi – spiega Virtuoso – iniziai a studiare tutte le determini dirigenziali con le quali venivano pagate le maestranze, i cori, gli strumentisti, per ogni opera lirica. Ho studiato un qualcosa come 300 determine dirigenziali che negli anni il Comune di Salerno ha emesso a pagamento per mettere in piedi questi spettacoli e che mi hanno dato un quadro della situazione più completa. Attraverso questo studio sono riuscito a ricostruire un po’ tutta la situazione che in maniera dettagliata ha scritto nell’esposto che ho presentato alla Procura della Repubblica di Salerno. Ho evidenziato una serie di anomalie, che a mio avviso continuavano ad essere perpretate dall’amministrazione comunale. Studiando queste determine mi accorsi che il Comune di Salerno, da diversi anni a questa parte non è altro che il bancomat di Daniel Oren. Ogni anno, nel mese di marzo il Comune cosa fa una delibera di giunta attraverso la quale assegna la direzione artistica a Daniel Oren per la stagione lirica, la quale mediamente si compone di 5 opere e per ognuna delle quali si fanno 3 repliche, quindi parliamo di 15 aperture di sipario. Daniel Oren a fronte di un compenso di circa 200mila euro gestisce la stagione lirica. Ma lo fa a suo uso e consumo, perché di ogni opera messa in scena, decide con una lettera agli uffici competenti le ditte e le maestranze che lui ritiene opportuno chiamare, e che negli anni sono sempre le stesse. Ovvero la truccatrice è sempre la stessa, così come chi fornisce le scarpe, i vestiti, etc. Quindi gestisce a proprio piacimento attraverso una semplice lettera di affidamento che fa al comune nella quale comunica quali aziende devono essere chiamate per l’allestimento. Questo, è un modo, a mio avviso, non trasparente per un’amministrazione pubblica di gestire dei soldi dei cittadini. Innanzitutto perché andrebbe fatto una programmazione o anche perché andrebbero coinvolte le maestranze salernitane e andrebbe fatto una produzione salernitana. Perchè ad oggi, nonostante negli anni sono stati spesi milioni di euro di tutto quello fatto da Oren non è rimasto nulla”. Virtuoso spiega racconta poi che dopo il suo esposto ricevette una risposta da parte del Comune… “Mi dissero che la loro gestione era corretta e che ero contro la cultura, con il maestro Oren e contro il maestro Marzullo. Ma non è così io sono per la cultura, quella di qualità, ma soprattutto sono per la trasparenza quella che non c’è al teatro Verdi. Inoltre nel corso delle miei ricerche in merito alla gestione della stagione lirica del Verdi, ho anche scoperto che dal 2016 la gestione dei soldi stanziati in parte dal Comune, in parte dalla Regione e in piccola parte dalla Comunità Europea è stata affidata a delle associazioni. Prima del 2016 i contratti venivano fatti scritturando direttamente gli artisti ed anche questo era un sistema non lecito. Quando sono arrivate le prime denunce al Comune e ad altri, allora hanno creato queste associazioni che gestiscono la scelta dei musicisti, piuttosto che dei coristi o ballerini etc. Attraverso delle visure sono riuscito a risalire alle persone che gestiscono queste associazioni, ma non posso vedere nessun tipo di documentazione perchè essendo associazioni e non enti pubblici i documenti non sono obbligati a mostrarli a chiunque ne faccia richiesta. Sta di fatto che è proprio attraverso queste associazioni che fanno girare i soldi dei cori, degli strumentisti, dei figuranti dei ballerini e di quant’altro e stiamo parlando di svariate centinaia di migliaia di euro che queste associazioni gestiscono e che nessuno sa come gestiscono”. Tante domande alle quali ancora oggi Virtuoso non ha ricevuto risposte certe… “Non so se la Procura abbia aperto un fascicolo in merito, so per certo che ora la gestione del Verdi dovrebbe davvero cambiare. E’ necessario, come nelle altre città, creare una Fondazione, che gestisca il Teatro comunale in maniera trasparente e soprattutto che si inizino a fare audizioni serie per gli orchestrali, i coristi e il corpo di ballo. Dal canto mio, continuerò a vigilare e a lottare affinchè questo sistema messo in atto al Verdi finisca e che ci sia davvero la massima trasparenza su ogni cosa che si fa con i soldi pubblici”.