Presentazione, presso l’Aula delle Lauree “Gabriele De Rosa” questa mattina, alle ore 10,30 del doppio volume di scritti dedicati allo studioso e curati da Silvia Siniscalchi
Di Olga Chieffi
L’ateneo di Salerno dedica una giornata di studio a Vincenzo Aversano Ordinario di Geografia presso la nostra università. Come la formazione geografica, si confronta oggi più che mai con un contesto transdisciplinare e transnazionale, e il riferimento a paradigmi scientifici unificanti e a tradizioni consolidate si è indebolito, i linguaggi, gli interessi e i metodi si sono frammentati anche per via di fenomeni più generali quali la globalizzazione della ricerca, l’inevitabile ricambio generazionale, le difficoltà che il mondo contemporaneo pone in termini di comprensione, rappresentazione, progettualità, l’incontro di oggi vuole valorizzare proprio questo mosaico di diversità, ma al tempo stesso ricostruire il senso di un’appartenenza attraverso un confronto aperto sia all’interno sia e soprattutto verso l’esterno, sulle tracce dell’opera di Vincenzo Aversano. L’idea è che il seminario non debba essere un palcoscenico per pochi, ma un luogo che si nutre di varietà, confronti e relazioni orizzontali, aperto al contributo di tutti. L’ambizione è mostrare come la geografia, una delle forme più antiche di conoscenza del mondo, sia più che mai viva e vitale: una chiave di lettura cruciale per comprendere l’attualità e per progettare alternative, tra nuove riforme e rivoluzioni. Oggi, infatti, verrà presentata una prestigiosa miscellanea di carattere internazionale a lui dedicata: due volumi di scritti geografici, arricchiti dai contributi di studiosi di altri settori scientifici e curata da Silvia Siniscalchi, ricercatore e docente di Geografia presso l’ateneo salernitano. E’ una riflessione sul senso del lavoro e del ruolo del geografo, sul perché e sul come fare geografia, su quale sia la geografia che merita di essere praticata. Una geografia che deve essere sfida della scoperta e dell’impegno, attenzione verso l’altro e il diverso, responsabilità culturale e civile. Una geografia che appassiona perché cerca di guardare sempre ciò che sta dietro le cose, i fatti, le rappresentazioni. Un’idea di ricerca, questa, che si mette (e mette) sempre in discussione, che non ha assunti o dati certi, che concepisce la geografia come esplorazione, scoperta del mondo, apertura dell’esistente a nuove interpretazioni e a nuovi ordini possibili, pur non rinunciando al confronto esplicito e consapevole con la dimensione politica e con gli imperativi morali, di giustizia socio-territoriale e di equità, che guidano (o dovrebbero guidare) le trasformazioni dello spazio. Una geografia, quindi, in cui la poetica della scoperta si misura in maniera critica e riflessiva con le necessità pratiche e le aspirazioni etiche e intreccia, o almeno prova a farlo, la descrizione della superficie terrestre con una più generale visione del mondo. Una visione che ha portato anche il professore, amante della musica e suonatore autodidatta di mandolino, a scrivere anni fa un saggio sulla Geografia nella Canzone, dove mostrava come si possano affrontare determinate problematiche socio-territoriali a partire dai testi della musica d’ autore (basti pensare a Napul’é di Pino Daniele, Santa Lucia Luntana di E.A. Mario, Titanic di De Gregori), anticipando in tal modo alcune tendenze della geografia contemporanea. L’evento, di carattere per l’appunto interdisciplinare, si svolgerà alle 10:30 presso l’Aula delle Lauree “Gabriele De Rosa” del Dipartimento di Scienze Politiche Sociali e della Comunicazione (DISPSC), con gli interventi dei professori Carmelo Formica (già Ordinario di Geografia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”), Claudio Cerreti (Ordinario di Geografia presso l’Università degli Studi “Roma Tre”) e Francesco Barra (Ordinario di Storia Moderna presso l’Università degli Studi di Salerno). Farà seguito un dibattito sul tema della ricerca-didattica universitaria e della formazione in generale – alla luce dei cambiamenti epocali in ambito universitario, quale riflesso delle profonde trasformazioni economiche e culturali postmoderne – cui partecipano i professori Mario Aversano (dantista di fama internazionale), Sebastiano Martelli (Ordinario di Letteratura Italiana), Paolo Peduto (già Ordinario di Archeologia Medievale), Aurelio Musi (Ordinario di Storia Moderna) e Luigino Rossi (Ordinario di Storia Contemporanea) dell’Università degli Studi di Salerno. I liberi interventi del pubblico concluderanno infine la presentazione del doppio volume, che costituisce un numero speciale della collana scientifica “Studi del La.Car.Topon.St.” (Laboratorio di Cartografia e Toponomastica Storica), fondata a suo tempo dallo stesso Aversano. Le sette sezioni in cui la miscellanea è articolata rispecchiano, pertanto, a grandi linee, gli indirizzi prioritari delle ricerche di Aversano (ripercorse nell’ampia e articolata Introduzione all’opera), spazianti dalla toponomastica alla geocartografia, dalla geografia storica alla storia della geografia e alla letteratura di viaggio; dalla geografia urbana alle dinamiche regionali presenti e passate; dalle questioni ambientali alla didattica; dallo sviluppo del territorio alla geografia del turismo, alle prospettive geografiche in chiave interdisciplinare. L’ambizione è mostrare come la geografia, una delle forme più antiche di conoscenza del mondo, sia più che mai viva e vitale: una chiave di lettura cruciale per comprendere l’attualità e per progettare alternative, tra nuove riforme e rivoluzioni.