Il nuovo cambio al vertice della Vietri Sviluppo ha del sensazionale: al posto del presidente Antonio Gazia è stato proposto nientemeno che l’ex primo cittadino Franco Benincasa. La nomina definitiva deve passare attraverso la ratifica del primo consiglio d’amministrazione utile (quasi certamente nei primi giorni della prossima settimana), ma pensare che il volere dell’attuale primo cittadino Giovanni De Simone non vada in porto è un’opzione che non può essere considerata.
Si arricchisce così di una clamorosa nuova puntata la vita della società in house del Comune di Vietri sul Mare che appena un anno fa, ad ottobre 2020, aveva azzerato i suoi vertici. Via Giovanni Di Mauro e via anche gli altri consiglieri Antonio Di Stano ed Alfonso Trezza, per la verità con modalità che hanno lasciato molte perplessità mai chiarite.
Il presidente Di Mauro ed il consigliere Trezza furono indotti dal sindaco De Simone a dimettersi per far cadere il CdA della Vietri Sviluppo adducendo al forte imbarazzo per la presenza nel consiglio di Di Stano, oggetto in quei giorni di una vergognosa campagna di delegittimazione (con tanto di lettere anonime in giro su Whatsapp) per un suo presunto coinvolgimento in una storia d’affari intrecciata a piccante sesso di provincia. Accuse svanite in un attimo dopo l’uscita di scena dello stesso Di Stano dalla Vietri Sviluppo come pure dalla presunta indagine di cui non si saputo più nulla.
Si è poi capito che importante era raggiungere l’obiettivo che non era uno solo ma due: far fuori Di Stano ma mandare a casa anche lo stesso presidente Di Mauro che forse non era più sotto il diretto controllo del sindaco e, più precisamente, sotto il giogo dei vertici del Pd vietrese, dal quale resta ancora in attesa di un chiarimento su quanto avvenuto un anno fa.
Partito che, a distanza di un anno, ha deciso di far fuori e con le stesse modalità Antonio Gazia, sacrificandolo all’altare della (presunta) ritrovata identità di vedute tra l’attuale sindaco De Simone e l’ex primo cittadino Franco Benincasa, dati negli ultimi mesi un po’ distanti. Sarà stata solo tattica? Sta di fatto che a pagarne le spese è quello che può essere ormai considerato l’ex presidente, indotto anche lui alle dimissioni con la scusa dell’uscita dal consiglio della Vietri Sviluppo di Gerardo Pellegrino che ha lasciato la società assieme agli altri consiglieri Trezza e D’Amore.
Dimissioni per fare spazio a Franco Benincasa da consigliere, almeno così considerava Gazia a cui, invece, nessuno aveva ancora detto che avrebbe dovuto ubbidire e dare le dimissioni anche lui per fare spazio all’ex sindaco che avrebbe occupato la poltrona più importante. Non importa la “diminutio”: c’è chi dice che sarà presidente almeno fino alla prossima tornata elettorale perché l’intenzione vera di Benincasa sarebbe quella di tornare in sella.
Una situazione che presenta anche riflessioni d’imbarazzo. Anche alla faccia di eventuali conflitti d’interesse, non fosse altro per una certa linea etica, considerato che tra i consiglieri comunali chiamati a vigilare e controllare le azioni della Vietri Sviluppo c’è il figlio dell’ex sindaco, Daniele Benincasa che riveste anche la carica di presidente del consiglio comunale e le deleghe alla Ceramica, al Commercio ed Attività Produttive, all’Informatizzazione, al Contenzioso ed al Demanio. Una ulteriore occupazione di posti di potere all’interno dell’amministrazione vietrese.
Ma per sindaco e Pd vietrese questo è solo un dettaglio, non dovrebbe esserlo per gli assessori ed i consiglieri che attualmente fanno parte della giunta che affianca De Simone e che si ritrovano davanti alla nuova rivoluzione della Vietri Sviluppo. Condivisione o imbarazzante fatto compiuto?
Questione etica ma anche quella di una sorta d’incompatibilità ambientale perché si ritroveranno davanti ad una situazione non facile anche alcuni dei dipendenti della stessa società in house che in passato hanno avuto non pochi problemi disciplinari per il carattere fumantino di Benincasa che quando era sindaco ha più volte inteso concepire la risoluzione delle controversie da padre padrone più che seguendo i percorsi indicati dalle relazioni sindacali e dalle norme sul lavoro. Ora gli stessi dipendenti se lo ritroveranno da presidente della società per la quale lavorano, con le conseguenze che è facile intuire.
Ma questo per sindaco e maggioranza è solo un dettaglio.