Vasta operazione della Squadra Mobile di Salerno e dei carabinieri di Vietri sul Mare, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nei territori collinari della nota località costiera finalizzata alla ricerca di armi e sostanze stupefacenti. Nel mirino degli inquirenti sono finite cinque persone appartententi ad un unico nucleo familiare accusate di associazione a delinquere di stampo camorristico. Un’accusa pesante aggravata da altri reati: disponibilità illegale di armi, tentata estorsione, estorsione consumata, rapina, minacce a pubblico ufficiale con metodo mafioso. Con il blitz di questa mattina si è completata, dunque, una lunga ed articolata indagine avviata nel 2013 dalla Procura di Salerno e poi integrata dalla Direzione Distrettuale Antimafia che aveva scaturito già un importante risultato lo scorso mese di aprile con l’esecuzione di tre ordinanze nei confronti di alcuni affiliati ad un noto clan camorristico. Le prime indagini consentirono di individuare un gruppo familiare, originario della frazione di Dragonea (Vietri) ma attivo anche nei territori del capoluogo comunale, oltre che nelle frazioni di Raito, Molina e Marina, che era specializzano nel taglieggiamento degli imprenditori locali attraverso molteplici atti intimidatori.
Già in quel contesto gli inquirenti accertarono che i tre arresti(padre e due figli) si avvalevano in particolare della fama criminale vantata sul territorio da uno stretto congiunto, già condannato nel 2008 per aver costituito e diretto un’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti nella città di Scafati ed in altri comuni della provincia dal 2001 al 2003. Gli accertamenti svolti nei mesi successivi hanno riguardato alcuni episodi criminosi verificatisi fra febbraio e marzo di quest’anno: una tentata estorsione con pistola nei confronti di un commerciante di legna a Dragonea; una rapina messa a segno contro un proprietario terriero; una minaccia aggravata dall’uso di un coltello e diverse occasioni di spaccio di sostanze stupefacenti nella frazione di Raito. Uno degli ultimi episodi è stato commesso lo scorso 20 aprile addirittura all’interno degli uffici del Comune di Vietri sul Mare nei confronti di un funzionario dell’ente ed alla presenza del segretario generale. Un precedente analogo si era verificato già nel 2010.
In molti casi, come si legge nell’ordinanza del Gip, si è registrata “la reticenza alla collaborazione con gli organi inquirenti” dei testimoni oculari, la quale “evidenzia lo status di menomata libertà di determinazione in cui si sono trovati in conseguenza della forza di intimidazione e di omertà promanante dal vincolo associativo”. In altre occasioni, invece, gli inquirenti hanno avuto piena collaborazione da parte delle vittime che ha consentito di ricostruire tutti gli episodi messe in atto dal clan. Tra le persone sentite nel corso delle indagini spicca la deposizione del sindaco di Vietri sul Mare, il quale ha dichiarato che i componenti della banda “erano temuti dai cittadini in quanto capaci di commettere qualunque delitto pur di assicurarsi il sostentamento per vivere” aggiungendo che “più volte i cittadini di Vietri avevano sollecitato un intervento sia amministrativo che delle forze dell’ordine per ristabilire la tranquillità pubblica violata soprattutto nella frazione di Dragonea”.
Le indagini di carabinieri e polizia, comunque, proseguiranno anche nelle prossime settimane con l’obiettivo di accertare ulteriori episodi simili verificatisi sempre a Vietri sul Mare fra il 2013 e il 2015 contro imprenditori, commercianti e semplici cittadini poiché sono al vaglio della Procura le posizioni di oltre dieci persone dello stesso clan.